(foto Ansa)

I tamponi veloci sono una buona notizia. Impariamo come usarli al meglio

Maria Carla Sicilia

All'aeroporto di Fiumicino i risultati dei test sono pronti in meno di 15 minuti. Per la Regione Lazio è un modello, ma solo un terzo dei passeggeri accetta di farli. La grana dei rientri dalla Sardegna 

Roma. Con i contagi che crescono in tutte le regioni e il virus che viaggia insieme a chi rientra dalle ferie, porti, aeroporti e stazioni sono le nuove frontiere da sorvegliare per limitare i focolai. Dopo Grecia, Spagna, Croazia e Malta, in questi ultimi giorni si è alzata la soglia di attenzione anche per chi rientra dalla Sardegna, dove ieri i positivi al Covid-19 erano 91. La coda di questi contagi non si ferma sull’isola. Dei nuovi casi registrati ieri nel Lazio, 215, il 45 per cento è legato proprio a rientri dalla Sardegna. Per questo la Regione ha invitato chi arriva dall’isola a effettuare il tampone, ma in assenza di ordinanze nazionali e di un accordo tra regioni, su cui lavorano in queste ore i presidenti Nicola Zingaretti e Christian Solinas, sottoporsi al test resta una scelta volontaria.

     

Negli scali romani, attrezzati ormai dal 16 agosto, i tamponi sono riservati solo a chi arriva da Grecia, Spagna, Croazia e Malta, come prescrive l’ordinanza del ministro Roberto Speranza, e fino a oggi hanno permesso di individuare 120 positivi asintomatici. Ma nell’ultima settimana i passeggeri atterrati a Fiumicino da questi quattro paesi sono stati 15.589, mentre quelli in arrivo dai tre aeroporti sardi sono oltre 20 mila. A gestire l’arrivo di questi passeggeri ci sono 35 medici e 15 infermieri, organizzati intorno a 26 postazioni dove si effettuan i test. Tra misure distanziamento, termoscanner e igienizzazione degli ambienti lo scalo gestito da Aeroporti di Roma (Adr) è stato ridisegnato per consentire ai passeggeri di viaggiare in sicurezza, in linea con i protocolli internazionali, come certifica la valutazione positiva rilasciata pochi giorni fa da parte dell’Airports Council International (Aci).

     

Con i tamponi rapidi antigenici, che la Regione vuole estendere in tutti i drive-in, chi arriva al Leonardo Da Vinci ha il risultato in meno di 15 minuti. Una novità rilevante per monitorare il virus, non solo in un contesto come quello aeroportuale dove gli scambi sono veloci e le persone in transito, che potrebbe diventare un modello da replicare anche altrove. E tuttavia la rapidità e l’affidabilità del test rappresentano solo un aspetto della loro efficacia. Perché la macchina messa in piedi da Regione, Spallanzani e Adr funzioni serve anche che i passeggeri decidano di prestarsi al test: da domenica scorsa, a Fiumicino si sono sottoposti al tampone 5 mila persone, altre 130 hanno scelto il sierologico. Si tratta di un terzo delle persone rispetto agli arrivi dai paesi sotto osservazione. Un dato da tenere presente per organizzare al meglio anche l’accordo sui controlli reciproci tra Lazio e Sardegna.

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