Cattivi Scienziati
Il vaccino Sputnik V non convince
La comunità scientifica internazionale chiede trasparenza sui dati dei test del vaccino russo. Troppe le incertezze. E i russi non vogliono ancora fornirli
I nuovi casi di Covid-19 ieri sono stati 1.434. Aumentano i tamponi, che sono stati 95.990, quasi 3.600 in più rispetto a quelli fatti martedì. Le vittime sono state 14 e le persone ricoverate in terapia intensiva sono 150, sette in più di ieri. Alla richiesta di trasparenza e di dati proveniente dagli scienziati che hanno firmato una lettera aperta alla rivista Lancet e agli autori dello studio di fase 1/2 sul vaccino Sputnik, sono arrivate le prime risposte da parte sia dei diretti interessati sia della comunità scientifica internazionale.
Denis Logunov, autore principale dello studio e figura di spicco del Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleya, che ha condotto la sperimentazione, in un’intervista all’agenzia russa Meduza (e poi alla Tass) ha dichiarato: “L’Istituto Gamaleya nega categoricamente le accuse di inesattezza nelle statistiche pubblicate su Lancet. I dati sono affidabili e accurati e sono stati esaminati da cinque revisori di Lancet, il protocollo clinico nella sua interezza è stato presentato agli editori della rivista”. Logunov ha pure dichiarato che la pubblicazione presenta esattamente i dati che sono stati ottenuti, non quelli “a piacere degli esperti italiani”.
Ciononostante, proprio alcuni scienziati russi, non coinvolti nello studio, la pensano diversamente, e sono in accordo con il resto della comunità internazionale nel richiedere chiarimenti e trasparenza sui dati. Il biologo cellulare russo Victor Tatarskii ha dichiarato al Moskow Times che “condivide i punti principali di preoccupazione degli autori della lettera – i dati per alcuni gruppi di controllo sembrano troppo simili, e c’è un’alta probabilità che questo sia impossibile per mero caso”.(segue a pagina quattro) In India, paese direttamente coinvolto nella fase 3 di sperimentazione del vaccino e nella produzione dei lotti necessari, il virologo Shahid Jameel, ceo del Wellcome Trust Dbt India Alliance, ha dichiarato al giornale Hindu che “le questioni sollevate sono valide. Senza accesso ai dati, i punti e i pattern sembrano troppo simili in molti casi. Ciò solleva dubbi su come il vaccino sia stato testato”.
Nello stesso articolo, Gagandeep Kang, professoressa di Microbiologia, dichiara al giornale che “dato il numero limitato di partecipanti agli studi sui vaccini russi, dovrebbe essere possibile rispondere rapidamente e condividere dati clinici e di laboratorio a livello individuale, in modo che chiunque abbia dubbi possa rivedere i dati e ricreare le figure abbastanza semplici dello studio. Ciò dovrebbe dissipare qualsiasi preoccupazione e in nessun modo influenzerebbe la proprietà intellettuale del Gamaleya perché si tratta di dati a livello di partecipanti e non relativi al vaccino e alla produzione”. Il dottor Yves Auberson, presidente della Federazione europea di chimica farmaceutica, nell’aderire alla lettera aperta indirizzata a Lancet e agli autori del lavoro contestato, dichiara tutto il suo sostegno alla richiesta di chiarimenti e trasparenza sui dati.
A questo punto, risulta ancora più importante dissipare i dubbi che si stanno addensando sulla sperimentazione del vaccino Sputnik V e per farlo c’è un solo modo: fornire i dati completi dello studio – siano o meno in possesso di Lancet – e giustificare le ovvie duplicazioni di punti sperimentali che sono state evidenziate. Perché, se questo non sarà fatto, si aprirà un caso di evidente cattiva condotta scientifica, secondo tutte le linee guida in materia – che prevedono la messa a disposizione dei dati originali in caso di dubbi.
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