il modello italia
"Estendere lo stato di emergenza ha aiutato l'Italia a contrastare il Covid"
Mentre i vicini europei fronteggiano la seconda ondata, il nostro paese, che in primavera era il simbolo della pandemia, è riuscito a tenere il virus sotto controllo. Una lettura del Financial Times
Aver mantenuto lo stato di emergenza potrebbe aver avvantaggiato l'Italia nella gestione dell'emergenza Covid rispetto agli altri paesi europei. È la tesi di un articolo del Financial Times, che racconta attraverso un giro di esperti com'è che funziona il cosiddetto "modello Italia" di contrasto al Sars-Cov 2. Il pezzo parte dal presupposto che il nostro è stato il primo paese del continente a dover affrontare l'ondata del virus a marzo, mentre adesso registra una crescita dei casi giornalieri di gran lunga inferiore rispetto a paesi vicini come Spagna e Francia. "La vita sembra essere tornata normale in gran parte del paese: bar e ristoranti sono aperti, la gente si gode le ultime gite al mare di tarda estate e i bambini sono ritornati a scuola", vi si legge.
Ma cos'è che ha permesso all'Italia di mantenere la diffusione del virus sotto controllo? Il giornale della city avanza tre possibili letture: innanzitutto "il suo sistema sanitario e il suo governo hanno avuto più tempo per pianificare una risposta successiva al lockdown e l'allentamento delle restrizioni è stato più graduale. il che ha concesso al governo una maggiore agilità nel reintrodurre restrizioni quando richiesto". Viene ricordato come l'estensione dello stato di emergenza chiesta dal governo abbia permesso l'emanazione di decreti, come quello che ha chiuso le discoteche nel bel mezzo dell'estate o disposto l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto dalle 6 del pomeriggio alle 6 del mattino nei luoghi affolllati. In Spagna, per dire, la decretazione d'urgenza è stata molto limitata dal fatto che lo stato d'allerta – che permetteva al governo centrale di avere la preminenza sulle regioni –, è scaduto il 21 giugno.
Stando alla lettura del Financial Times, poi, una buona parte del lavoro l'avrebbe fatta la buona disposizione degli italiani verso l'ossequio delle regole e delle prescrizioni sanitarie. "Stando a un sondaggio condotto dall'Imperial College di Londra, l'84 per cento degli italiani ha dichiarato di essere 'molto o abbastanza ben disposto' a indossare una mascherina sotto consiglio del loro governo. La percentuale nel Regno Unito è del 76 per cento". Così come viene ricordato che nella sola giornata di lunedì oltre 50mila persone e 4 mila attività sono state controllate per verificare che rispettassero le disposizioni anti Covid.
Per quanto riguarda i test, la ricetta vincente è stata pare essere stata quella di aver puntato non su uno screening di massa, ma sulla sorveglianza dei casi positivi. "Ad agosto, quando la Sardegna divenne un focolaio le autorità introdussero test drive-in al porto di Civitavecchia, il principale accesso alla terraferma. I casi positivi sono stati così isolati più rapidamente, prevenendo la diffusione del virus dalla Sardegna alle altre regioni", scrive il Financial Times. Che considera, in ultima analisi, l'Italia come uno dei paesi più pronti ad affrontare l'emergenza sanitaria nell'inverno a venire.
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