Dai test a scuola alle regole per il distanziamento, dall'onda lunga dei rientri dalle vacanze all'importanza della campagna vaccinale anti-influenzale. L'assessore alla Salute della Regione Lazio spiega perché "adesso dobbiamo fare uno scatto d'attenzione per arrivare sereni all'inverno"
L’allarme sui contagi, lo scontro sulle regole delle partite di calcio, i dubbi sulla riapertura delle scuole, la paura che le cosiddette “zone della movida” si trasformino in amplificatori del virus: lo scenario di questi giorni riporta a momenti difficili del recente passato, il nuovo Dpcm è alle porte, ma c’è una regione che ha fatto da apripista: il Lazio (dove per esempio le mascherine obbligatorie all’aperto sono già realtà e dove la linea dura dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato passa anche per la frase “più mascherine, meno feste”). Come si sia arrivati a fare da avamposto della “rinnovata attenzione” anti Covid, visti i numeri dei bollettini che in tanti speravano di non dovere più vedere, lo spiega al Foglio lo stesso D’Amato, raccontando che questo momento è in qualche modo “figlio del rientro dalle vacanze”: “Abbiamo avuto oltre 1.300 casi legati al ritorno dalla Sardegna, ricostruiti attraverso i tracciamenti e i test al porto di Civitavecchia”, dice l’assessore. “I numeri erano già consistenti; poi abbiamo visto che i contagi si sviluppavano anche nel contesto famigliare”. Secondo campanello d’allarme: “I molti casi in alcune comunità, come per esempio in quella peruviana”. Terzo: la riapertura delle scuole, con il carico di “potenzialità” di diffusione del virus attraverso gli asintomatici.
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