L'epidemia accelera ma l'Rt rimane sotto l'1,5. Cosa dice l'ultimo rapporto dell'Iss
Aumentano i focolai, anche a scuola. Nelle ultime due settimane si è assistito a un raddoppio dei sintomatici e in alcune regioni i ricoveri sono aumentati di più del 10 per cento
"Si assiste a una accelerazione nella evoluzione dell’epidemia ormai entrata in una fase acuta con aumento progressivo nel numero di casi, evidenze di criticità nei servizi territoriali ed aumenti nel tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rischiano, in alcune regioni, di raggiungere i valori critici nel prossimo mese". Lo scrive l'Istituto superiore di sanità nel rapporto settimanale in cui monitora l'andamento della pandemia in Italia, e che in questo caso si riferisce al periodo dal 5 all'11 ottobre. L'Iss nota come oggi il virus circoli in tutto il paese, e che nell'arco delle ultime 2 settimane si è assistito a un incremento dei casi, da 45 ogni 100mila abitanti agli attuali 75. Nello stesso periodo i sintomatici sono raddoppiati: da 8.198 a 15.189.
Tenendo presente che era stato lo stesso Istituto superiore della sanità a redigere un documento in cui, se il livello di Rt fosse stato superiore a 1,5, si sarebbe entrati nella penultima fase di rischio epidemiologico che prevede chiusure e restrizioni, conoscerne il nuovo valore era molto atteso. Fonti del ministero della Sanità avevano paventato la possibilità che il nuovo Rt fosse superiore a 1,5, ma in realtà nel periodo 24 settembre - 7 ottobre si ferma all'1,17, con una distribuzione disomogenea a livello nazionale.
I focolai attualmente attivi sono 4.913, di cui 1.749 rilevati nell'ultima settimana. Aumenta la quota di focolai che hanno origine in ambito intra-scolastici: sono il 3,8 per cento del totale. "Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi fuori delle catene di trasmissione note. Questa settimana le regioni hanno riportato 9.291 casi dove non si è trovato un link epidemiologico (contro le 4.041 della settimana precedente), che comprende il 33 per cento di tutti i casi segnalati nella settimana", aggiunge l'Istituto. Significa che, con l'aumento dei casi, le strutture atte al tracciamento diventano meno efficienti nel rintracciare tutti i contatti intrecciati da una fonte di contagio.
L'altro dato che viene sottolineato nel documento è l'aumento degli ospedalizzati ordinari e di quelli in terapia intensiva, sempre in rapporto alla precedente rilevazione. 4519 pazienti sono i ricoverati totali nella settimana presa in esame contro i precedenti 3287. Soo 420 quelli in terapia intensiva mentre prima del 4 ottobre erano 303. In alcune regioni il tasso di crescita delle degenze e delle terapie intensive supera il 10 per cento.
Nelle conclusioni, molto sintetiche, l'Iss scrive che lo studio "evidenzia importanti segnali di allerta legati a un aumento della trasmissione. Si evidenzia una nuova fase epidemiologica con un aggravio del lavoro dei servizi territoriali che potrebbe riflettersi in breve tempo in un sovraccarico dei servizi assistenziali".