Geografia dei coprifuoco regionali. Come i governatori cercano di evitare il lockdown
Dalla Lombardia che chiude tutto alle 23 alla Campania che vieta gli spostamenti tra province. Tutti i divieti introdotti a livello locale in aggiunta all'ultimo dpcm del governo
Le misure che a mano a mano vanno adottando i governatori delle regioni più colpite dalla seconda ondata del contagio da Covid-19 rispondono a una logica, ben sintetizzata dal ministero della Salute e l'Istituto superiore della Sanità nel documento in cui si prevedono i vari scenari di risposta alla pandemia. Nell'ultimo monitoraggio rilasciato dall'Iss il valore di Rt riscontrato a livello nazionale era 1,13, e solo in Valle d'Aosta eccedeva la soglia di 1,5. Ma quei dati si riferivano alla settimana dal 5 all'11 ottobre, e i nuovi contagi giornalieri registrati nell'ultima settimana soprattutto in Campania, Lombardia e Piemonte, hanno convinto i presidenti di regioni a intervenire per scongiurare l'adozione, in futuro, di strumenti ancor più restrittivi.
Lombardia
Come detto, la regione guidata da Attilio Fontana si trova formalmente nel secondo scenario di rischio, quello per cui si prescrive l'istituzione di zone rosse circoscritte, la possibilità di interrompere attività culturali, sociali e sportive maggiormente a rischio, e integrare la didattica in presenza con quella a distanza, oltre a un'incentivazione dello smart working. Di base le indicazioni recepite dal dpcm del 18 ottobre. In realtà il rischio, denunciato anche dal direttore sanitario dell'Ats di Milano Vittorio De Michelis che ha parlato di un “raddoppio dei casi in una settimana” a Milano, è quello di saturare prima del previsto i posti in terapia intensiva, a ora ancora sotto controllo. Per questo è stata firmata in queste ore, nonostante i dubbi manifestati da Matteo Salvini, l'ordinanza della giunta Fontana che introduce, dalla notte di giovedì 22 ottobre, il coprifuoco notturno dalle 23 alle 5 del mattino. In sostanza negli orari notturni si provvederà alla reintroduzione dell'autocertificazione che dovrà attestare che ci si sta muovendo per motivi di lavoro o altre “comprovate esigenze”. I centri commerciali (non alimentari) resteranno chiusi il sabato e la domenica, ma alle attività commerciali che hanno una superficie compresa nei 250 metri quadri dovrebbe essere concessa una deroga.
Campania
Dopo aver chiuso unilateralmente le scuole (ma da lunedì 26 ottobre gli alunni di prima elementare potranno far rientro nelle aule), il presidente Vincenzo De Luca, forte anche di un aumento dei contagi costantemente sopra i 900 nuovi casi, ha optato per una versione dura di coprifuoco, sempre dalle 23 alle 5. Da venerdì notte gli spostamenti tra provincia e provincia saranno autorizzati solo dietro autocertificazione che attesti l'urgenza del trasferimento. Chiesto dal presidente della regione anche l'intervento dell'esercito. Rimangono in vigore almeno fino al 30 ottobre i divieti di cerimonie religiose e feste con un numero di invitati che ecceda il nucleo familiare. Nel frattempo Arzano, comune dell'hinterland napoletano, è stato dichiarato zona rossa.
Piemonte
Il presidente Alberto Cirio si è subito accodato all'omologo lombardo. Nel fine settimana i centri commerciali della regione resteranno sbarrati. “E' stata una misura dettata dalla contiguità territoriale. I tre outlet più grossi del Piemonte sono può confine di Lombardia e Liguria, avremmo rischiato di diventare un richiamo esagerato per i pendolari dello shopping”, ha spiegato Cirio alla Stampa. Non è stato, invece, previsto un coprifuoco che limiti le uscite negli orari notturni. I locali devono comunque chiudere entro le 24, dalle 21 in poi cessa la vendita di alcolici d'asporto, anche nei supermercati. Il 50 per cento degli studenti delle scuole superiori dovrà sottostare a una turnazione tra didattica in presenza e a distanza. In alcuni quartieri della “movida” nel centro di Torino, come Vanchiglia, è stata predisposta la chiusura mirata di piazze e luoghi di aggregazione nel weekend.
Liguria
Nessun coprifuoco generalizzato ma restrizioni puntuali in 4 quartieri di Genova (che solo ieri ha fatto registrare altri 344 casi): nel centro storico, a Certosa e Sampierdarena varrà il divieto, dalle 21 alle 6 del mattino, di uscire di casa se non per raggiungere locali pubblici (non si potrà far visita ad amici, ad esempio), che comunque dovranno chiudere entro le 24 in ottemperanza all'ultimo dpcm. Il presidente Giovanni Toti ha disposto che il 50 per cento degli studenti delle scuole superiori si alterneranno tra scuola e casa.
Lazio
Nella regione amministrata da Nicola Zingaretti l'attenzione è rivolta principalmente alla gestione della movida nelle piazze del centro di Roma. Il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, coordinato dal prefetto Matteo Piantedosi e a cui partecipa anche il sindaco Virginia Raggi, sta elaborando un piano di intervento per gestire l'afflusso in zone come Campo De' Fiori, San Lorenzo o Trastevere. Dalle 18 in poi l'ingresso nelle piazze principali dovrebbe essere consentito solo attraverso un contingentamento ed esclusivamente per raggiungere i locali, fino a esaurimento posti. Una decisione ufficiale è attesa entro la giornata di domani.
Toscana
Il neoeletto presidente Eugenio Giani non ha stretto le maglie rispetto all'orientamento disposto dal dpcm nazionale. A Firenze, però, oggi so riunirà il comitato per l'ordine pubblico, che dovrà mettere a punto una strategia di controllo per le piazze cittadine in cui solitamente si creano più assembramenti. Dopo aver dispoto l'ingresso a numero chiuso in piazza Santo Spirito, nell'oltrarno, il sindaco Dario Nardella starebbe studiando insieme ai tecnici della prefettura un inasprimento delle misure di distanziamento: in alcune zone del centro come piazza della Repubblica e il quartiere di Sant'Ambrogio entrerà in vigore il divieto di stazionamento su cui vigileranno pattuglie aggiuntive di vigili urbani e forze dell'ordine.
Sono tutte misure che cercano di prevenire l'eventuale innalzamento dell'indice Rt rilevabile nei prossimi bollettini dell'Istituto superiore di Sanità. In pratica una di quelle pre-condizioni che farebbero scattare il quarto scenario studiato dai tecnici del ministero della Sanità e che potrebbero portare alcune regioni a sperimentare, se la curva dovesse mantenersi in crescita, un nuovo lockdown totale.
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