Al direttore. La (non)discussione sul Mes sta assumendo tonalità surreali. I 37 mld che l’Europa concederebbe in prestito, a tassi molto vantaggiosi fino a diventare negativi dopo 7 anni, per le spese sanitarie, dirette ed indirette, necessarie a contrastare la pandemia, appaiono prigionieri delle gabbie mentali di sovranismi e populismi di vario colore. Un giorno vogliono aspettare i finanziamenti a fondo perduto del Next Generation Eu che non aumentano il debito nazionale. Un altro temono lo stigma finanziario perché finora nessun Paese lo ha chiesto. Un altro ancora, il Mes non serve a finanziare spese aggiuntive. Ma davvero un prestito di 37 mld spaventa un paese che viaggia con un debito pubblico di 2.600 mld? Davvero gli investitori non saprebbero distinguere la qualità di un titolo e le sue finalità d’uso, come hanno fatto con il Sure? A meno che non si pensi che la sanità non abbia bisogno di ulteriori investimenti dopo i 4 mld previsti dalla prossima legge di bilancio.
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