“Quando tutto questo sarà finito, ci sveglieremo in un mondo nuovo”. Il filosofo ed ex europarlamentare Biagio De Giovanni, già esponente di Pci-Pds-Ds, cerca di guardare oltre i giorni cupi di oggi, e oltre la sua Napoli percorsa dalle rivolte (dopo l’ultimo dpcm) con disordini e aggressioni. L’orizzonte è angosciante, il presente preoccupante. C’è chi ha pensato che dietro alla piazza ci fosse un’organizzazione criminale o i militanti fascisti o gli ultrà e chi considera la partecipazione di qualche frangia estremista un corollario della “disperazione” generale (vedi Roberto Saviano), della paura di finire sul lastrico, dell’ansia per un futuro incerto, tra nemico virale invisibile e gestione a singhiozzo dell’emergenza. “Mi colpisce”, dice De Giovanni, “che il ministro dell’Interno parli di attacchi preordinati e che il premier Giuseppe Conte dica ‘attenzione alle infiltrazioni’. Sicuramente nella storia ci sono stati e adesso ci sono gruppi che approfittano del disagio, tuttavia non si può fare finta che una parte dei cittadini non sia in difficoltà di fronte alle nuove misure”. C’è soprattutto, dice De Giovanni, “la frase ripetuta da molti imprenditori, da nord a sud, quel ‘noi abbiamo fatto tanto per adeguarci e ora veniamo trattati da untori’”.
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