"Le chiusure delle classi hanno almeno due aspetti critici. Famiglie e scuola forniscano ai giovani una visione più ampia e più a lungo termine della pandemia". Chiacchierata con il professore di Neurochirurgia. "Mancano ancora ospedali dedicati e personale sanitario. Più borse di studio e attenzione al percorso dei giovani medici"
Le scuole chiudono e molti studenti restano a casa. Da oggi saranno 362mila gli insegnanti che lavoreranno a distanza, il 45 per cento dei docenti in servizio. Secondo i calcoli di Tuttoscuola, oltre ai 265mila professori delle superiori, ci sono altri 33mila docenti di seconda e terza media nelle regioni della fascia rossa e 63mila insegnanti della scuola dell'infanzia bloccati in Campania dall'ordinanza del governatore De Luca. Provvedimenti temporanei, ma che hanno un peso sulla quotidianità e sulla socialità dei giovani. E che avranno un costo, anche sulla loro salute e sul benessere mentale. “Aiutiamo i nostri ragazzi facendo leggere loro i segnali di ottimismo che, nonostante tutto, ci sono anche in questa situazione drammatica”, dice al Foglio Giulio Maira, professore di Neurochirurgia, per anni direttore di Neurochirurgia al Gemelli e per 11 anni membro del Consiglio superiore di Sanità. "La didattica a distanza è un grande sacrificio. Ricordiamo agli studenti che l'andamento dell'epidemia dipende anche dai loro comportamenti".
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