“Noi vogliamo uscirne con un approccio attivo, non solo difensivo. Vogliamo andare a vedere dove gira il virus per fermarlo, per poter tornare a una situazione che non ha colore, ma può essere definita bianca”. E’ martedì sera quando il presidente della provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher parla alla cittadinanza. “La situazione epidemiologica è grave. Non ha uguali, negli ultimi giorni, rispetto alle altre regioni italiane”, dice. Il concetto è: per ora ce la facciamo, negli ospedali, ma siamo al limite, bisogna rigirare la clessidra. Kompatscher è il presidente di provincia (esponente della Südtiroler Volkspartei) che ha anticipato l’ordinanza ministeriale sulla zona rossa, e al Ministero della Salute hanno salutato con favore l’iniziativa, quando da Bolzano è arrivata la telefonata in cui si chiedeva il permesso di agire 24 ore prima, visti i dati da inviare allo stesso Roberto Speranza. E ora Kompatscher annuncia un altro passo che rende Bolzano avamposto sperimentale della lotta al virus: un’ordinanza, in vigore da sabato, che trasforma la provincia altoatesina in una specie di zona “ultrarossa”, con screening di massa per 350 mila cittadini dal 20 al 22 novembre, attraverso test antigenici rapidi.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE