Il Foglio salute
Artiness, la startup che mette la realtà mista al servizio dei medici
L’esperienza della startup innovativa che promette nuove sperimentazioni per aiutare i pazienti. L'intervista al Ceo e co-fondatore Filippo Piatti
Artiness è la startup innovativa che sviluppa tecnologie in Mixed Reality in ambito medicale coinvolta in progetti che permetteranno nuove sperimentazioni della soluzione in rendering olografico. Non è un ambito facilmente decifrabile ma cerchiamo di renderlo in più possibile accessibile in termini di conoscenza, trattandosi di innovazioni di grande utilità e impatto in ambito sanitario. Artiness si propone di liberare l’enorme potenziale della “realtà mista” all’interno del mondo medicale, fornendo a medici e chirurghi una piattaforma di concrete e precise soluzioni: un’olografica 3D efficace e intuitiva per migliorare i risultati clinici su ogni paziente. Le soluzioni sviluppate dalla startup sono basate sull’elaborazione di dati di imaging 2D/3D attraverso algoritmi per ricostruire in mixed reality modelli realistici e ottimizzati per la visualizzazione tramite visori olografici di ultima generazione. Grazie a questo lavoro Artiness è stata una delle 10 startup a livello nazionale scelta per il programma Primary Site. Ceo e co-fondatore è Filippo Piatti, inserito nella lista degli startupper più influenti d’Italia del 2020 da BizPlace Top 50, che ci aiuta a entrare nel vivo del lavoro della suo tema e dei suoi risultati.
Prima di tutto, qual è l’obiettivo alla base di questo progetto?
Artiness punta a diventare un’azienda leader nella fornitura di tecnologie innovative ai centri clinici per migliorare gli standard di cura negli interventi chirurgici e nei trattamenti percutanei, con particolare attenzione ai paesi europei e quelli emergenti nelle aree del medio oriente per l’assistenza remota.
A questo proposito, a quali strutture sanitarie pensate di appoggiarvi o vi siete già appoggiati?
Attualmente stiamo facendo sperimentazione con otto strutture, cinque italiane e tre europee e l’obiettivo principale per il prossimo anno è di avere circa 20-30 ospedali pubblici e privati che utilizzino la nostra tecnologia.
Siamo in un ambito in cui contribuire a innovare può portare grandi benefici pratici per medici, e dunque pazienti. Risultati resi difficili da un alto tasso di concorrenza. Qual è il vostro maggior punto di forza e in cosa consiste la vera rivoluzione di questo progetto?
A differenza di altre soluzioni, Artiness genera una modellazione 3D per ciascun paziente che debba entrare in sala operatoria (con approccio 1:1), fornendo una riproduzione molto dettagliata dell’organo patologico (cuore, arterie, polmoni, fegato). Inoltre, vengono combinate diverse modalità di imaging all’interno dello stesso modello per permettere un’accuratezza e un dettaglio anatomico superiore. Tutto questo unito a tecnologia di realtà aumentata per l’interazione 3D con la modellazione paziente-specifica e la manipolazione virtuale condivisa tra più persone anche all’interno della sala operatoria. Indossando, poi, dei visori di realtà aumentata, con Artiness è possibile preparare ciascun intervento chirurgico immergendosi all’interno del paziente da operare per ottimizzarne il trattamento. Una volta entrati in sala operatoria, la stessa tecnologia permette di connettersi, da remoto tramite reti 5G di Vodafone, con colleghi o esperti del settore che possono supportare live l’intervento chirurgico con l’integrazione real-time dei dati di imaging acquisiti sul paziente in fase intra-procedurale.
Una novità che sembra utile su più fronti. Quali sono le aree di applicazione della vostra tecnologia?
Le nostre applicazioni sono fondamentalmente tre: il procedural support, poiché sviluppiamo soluzioni ad hoc basate sulla fedele e dettagliata ricostruzione di modelli 3D paziente-specifici, il Remote proctoring, garantendo il supporto da remoto di specialisti e medici esperti alla sala operatoria, ed infine l’education and training, al fine di formare il personale medico, attraverso esperienze multiutente in mixed reality. La nostra soluzione permette infatti l’analisi di patologie complesse con l’integrazione di contenuti formativi multimediali. L’interazione a mani libere permette di poter riprodurre azioni specifiche su modelli olografici di device in scala 1:1, senza l’utilizzo di alcun hardware aggiuntivo. Dimostrazione del potenziale che possono sviluppare l’esperienza e professionalità dei medici, combinate al contributo concreto della tecnologia al lavoro nella tutela della salute pubblica.