Du vaccini is megl che uan
L'azienda biotecnologica americana ha reso noto che la fase tre della sperimentazione del suo vaccino contro il nuovo coronavirus ha avuto un'efficacia del 95 per cento
Quando Pfizer e BioNtech diedero per primi l'annuncio dei successi del vaccino anti Covid, l'Oms, l'Ema e la task force americana guidata da Anthony Fauci furono concordi a dire che era una buona notizia e che altre buone notizie sarebbero giunte in fretta. E questo perché altri studi stavano arrivano alla conclusione della fase tre. E i risultati sembravano molto positivi per tutti quanti. Oggi è il momento di Moderna, azienda biotecnologica americana, che ha reso noti i dati della fase 3 di sperimentazione sull’uomo del suo vaccino, il mRNA-1273; efficacia al 94,5 per cento, pochissimi e del tutto trascurabili gli effetti collaterali (come nel caso di quello di Pfizer e BioNtech).
Entrambi i vaccini usano il metodo dell’Rna messaggero che, come sottolineava Enrico Bucci, è la notizia nella notizia, perché "se i vaccini a Rna dovessero funzionare, significherebbe che siamo riusciti a trasmettere il giusto 'messaggio' alle cellule del nostro organismo, parlando la loro lingua, per far loro produrre ciò che serve ad addestrare il sistema immunitario contro un virus. Un messaggio che possiamo produrre facilmente – molto più facilmente degli attuali vaccini – e che possiamo adattare alla bisogna per sperare di neutralizzare ogni mutazione che dovesse emergere in futuro in questo o in altri virus, sequenziando rapidamente i patogeni emergenti, producendo i messaggi giusti e 'parlando' al nostro sistema immune perché impari a riconoscere il patogeno prima di esservi esposto".
Ma come funziona il vaccino contro il nuovo coronavirus? Qui lo spiega il professor Roberto Burioni, in meno di dieci minuti.
Due vaccini anti-Covid a meno di un anno dalla scoperta del virus sono stati possibili, come sottolineato da Luciano Capone, grazie al nostro sistema economico, il tanto vituperato capitalismo: "Il mercato ha dimostrato di riuscire a dare risposte concrete in tempi rapidissimi: capacità di raccogliere capitali privati e pubblici, innovazione bio-tecnologica (quello di Pfizer sarebbe il primo vaccino che usa la tecnologia a Rna messaggero), competizione tra imprese".
Anche l'occidente si avvicina quindi al superamento della pandemia, anche se in modo diverso da quanto sta accadendo in Cina. "In questo momento a Pechino ci sono quattro vaccini sperimentali che sono stati messi già a disposizione dei cittadini per l’emergenza. Contemporaneamente le tre aziende produttrici – la Sinovac, la Sinopharm e la CanSino Biologics – stanno continuando i loro test clinici. Per Pechino, da una parte c’è l’urgenza di mettere in sicurezza la popolazione che ha già subìto uno choc sociale notevole con i lockdown e i controlli a tappeto, e questo è anche un punto di partenza necessario per riattivare la macchina dell’economia della seconda potenza del mondo. Dall’altra parte, però, c’è anche (forse soprattutto) la partita politica: la Cina, cioè il paese dove l’epidemia è iniziata trasformandosi poi in pandemia, ritenuta 'l’untrice del mondo', vorrebbe trasformarsi nella salvatrice del mondo. E lo sta facendo", spiegava Giulia Pompili.
Secondo Juan Andres, Chief Technical Operations e Quality Officer di Moderna "i nostri investimenti nella tecnologia di consegna dell’mRNA e nello sviluppo del processo di produzione ci consentiranno di immagazzinare e spedire il nostro vaccino alle temperature che si trovano comunemente nei congelatori e nei frigoriferi farmaceutici prontamente disponibili". Il che renderebbe agevole la diffusione a livello globale. Una distribuzione che però dovrà fare i conti con i tempi tecnici di produzione e distribuzione, ossia, come ha sottolineato alla BBC dal professor Ugur Sahin, co-fondatore di BioNTech, ciò difficilmente potrà avvenire prima del "dicembre 2021, anche se sarà più probabile un ritorno alla normalità dall'inizio del 2022".
Altri vaccini arriveranno. Approcci e tecnologie diverse che dovrebbero accelerare il superamento della pandemia, per quanto le tempistiche annunciate dal professor Sahin rimangono le più probabili. Differenze però che non determinerebbero differenze significative tra i vaccini, come ha spiegato Enrico Bucci.