“Le scuole vanno riaperte. La Calabria? Un brutto spettacolo”. Parla Sandra Zampa
“Alcuni segnali positivi ci sono ma non siamo fuori dalla crisi pandemica, ci attendono ancora giorni difficili. Superata la prima ondata, ci apprestiamo a superare anche la seconda: dal virus ci possiamo difendere" ci dice la sottosegretaria alla Salute
Le scuole? “Vanno riaperte”. La Calabria con i tre commissari bruciati in dieci giorni? “Non abbiamo fatto una bella figura”. La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa è sorprendentemente loquace. Giornalista prestata alla politica, tra i più fidati collaboratori di Romano Prodi e già vicepresidente del Pd, nel “Conte due” l’ex deputata ricopre un ruolo governativo nell’anno più buio per via dell’emergenza sanitaria. “Mi aspetto che oggi il Cdm formalizzi la nomina del nuovo commissario perché i calabresi non possono attendere”. Il governo non si era accorto che a Reggio Calabria il piano anti Covid era fermo in un cassetto? “In realtà il piano è stato parzialmente attuato: rispetto agli iniziali 106 posti in terapia intensiva, ne sono stati attivati 33 aggiuntivi. Non spetta a noi controllare l’operato di ogni regione. Anche io sono rimasta basita dinanzi a certe affermazioni: il primo commissario ha affermato che non sapeva dell’esistenza del piano, poi ha detto che non sapeva perché avesse risposto così… Un brutto spettacolo”. Si è messa in discussione la trasparenza dei dati forniti dalle regioni. “Noi non prendiamo neanche in considerazione l’ipotesi che esista una qualche volontà di ingannare. Le regioni sanno bene che, se manomettessero i dati, interverrebbe la procura della Repubblica”.
Nonostante l’impegno personale del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, le scuole superiori restano chiuse sull’intero territorio nazionale, in diverse regioni. “Va fatto ogni sforzo per riaprirle”. A sentire il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, i giovani rischiano la “sindrome della capanna”. “Gli effetti dell’isolamento possono essere devastanti. Il contrasto del Covid richiede l’impegno di tutti: istituzioni e famiglie. Quando vedo le immagini di assembramenti davanti alle scuole, con i genitori che lo consentono, mi domando perché gli adulti non dimostrino un maggior senso di responsabilità”.
Con i primi segnali di miglioramento e l’indice Rt in calo, il governo potrebbe allentare le attuali restrizioni nel dpcm in vigore dal prossimo 3 dicembre? “Alcuni segnali ci sono ma non siamo fuori dalla crisi pandemica, ci attendono ancora giorni difficili. Mi sta a cuore però che sia evidente a tutti che, superata la prima ondata, ci apprestiamo a superare anche la seconda: dal virus ci possiamo difendere”. A dicembre, nelle zone gialle e arancioni, potrebbero essere estesi gli orari di apertura dei negozi e riaperti bar e ristoranti anche a sera? “Se i dati lo consentiranno, si attueranno parziali riaperture. E’ possibile tenere aperti i negozi evitando le resse, così come si può immaginare di consentire ai ristoranti di lavorare anche a cena con tavoli di quattro commensali al massimo. Stiamo sperimentando un modello di ‘lockdown light’ che rende possibile una maggiore compatibilità con la vita normale”. In tante parti d’Italia è ancora complicato accedere al testing in tempi ragionevoli. “Sui tamponi si sono compiuti enormi passi avanti, adesso sarà possibile effettuare anche quelli rapidi con un margine di errore bassissimo”. Ma l’offerta pubblica resta carente: lei sarebbe favorevole a incentivi per le aziende che contribuiscono allo screening? “Sì, penso che sia un’ipotesi da considerare. Tutto ciò che potenzia la capacità di testing va realizzato. Del resto, diverse aziende, anche a capitale privato, già forniscono servizi di screening ai propri dipendenti, e sono doppiamente benemerite”. Si registra un preoccupante calo dello screening per i pazienti No Covid. Una diagnostica ridotta comporta un maggior tasso di mortalità. “Il Parlamento ha appena approvato una risoluzione sulle malattie oncologiche finalizzata anche a rafforzare il sostegno pubblico allo screening. Io stessa ho rinviato alcuni controlli medici a causa dell’impatto della prima ondata sulle liste d’attesa in una regione efficiente come l’Emilia-Romagna. La prevenzione è fondamentale ma non siamo riusciti a spiegarlo ai cittadini: nel centro-sud il tasso di adesione allo screening mammario è inquietantemente basso”. Da Pfizer e Moderna: il vaccino difficilmente arriverà a dicembre, come aveva annunciato il premier Conte, ma possiamo sperare che dal prossimo gennaio sarà somministrato a categorie fragili e personale sanitario? “In quell’annuncio il premier ha ripreso le parole della presidente della Commissione Von der Leyen. Io prevedo che a giugno gran parte della popolazione sarà messa in sicurezza, senza scordare che le temperature primaverili più miti ci aiuteranno a convivere con il virus”. Si rincorrono le voci di un ipotetico rimpasto: a suo giudizio, la squadra dei ministri va rafforzata? “No, il governo ha bisogno di condividere i medesimi obiettivi a partire dalla rinascita del paese. A me pare che ciò che ci unisce sia più di ciò che ci divide. La coalizione di governo è stata determinata da circostanze eccezionali ma, perché diventi una maggioranza stabile, richiede ulteriori passaggi”.