Per parlare di reputazione in tempo di Covid, bisogna rispolverare una immortale (e un po’ banale) frase di Henry Ford, cambiandola un po’: “Le due cose più importanti non compaiono nel bilancio di una pandemia: la reputazione e gli uomini”. I numeri del Covid raccontano poco, visti dall’alto, senza intenti di revanche, di campanilismo, o politici. La verità è che tutto il mondo se la passa male, indipendentemente che ci siano gli ottimi riformisti di sinistra del governo Sanchez, il ragazzaccio di Downing Street, l’ex astro nascente Macron in Francia o Giuseppi Conte in Italia. Certo, c’è la Merkel che fa caso a sè: la Germania ha meno casi di tutti in relazione agli abitanti e solo 12 mila decessi con un incremento da seconda ondata di 20 mila al giorno. Ma gli altri non hanno performance apprezzabilmente diverse.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE