Tutti, bene o male, si sono accorti che c’è qualcosa che non va. Un ribaltamento epistemologico fondamentale di cui dà conto con lucidità Iona Heath nel saggio Contro il mercato della salute. Il morire come fallimento di un sistema sanitario. E non invece come l’inevitabile conclusione di ogni vita umana. In pochi mesi è venuto alla luce un cambiamento culturale che serpeggiava carsicamente nelle nostre comunità. L’estromissione della morte dalla vita di un uomo. Un tempo lo scopo dell’assistenza sanitaria era rispondere ai bisogni dei malati, alleviare il dolore e la sofferenza. Oggi è guarire, per assicurarci l’immortalità. Nel consegnarci il sacro Graal dell’immortalità, in nome della concorrenza si legittima la ricerca del profitto privato e il vantaggio individuale.
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