La disinformazione su Facebook fa crescere chi di immunizzarsi non vuol saperne. Ma probabilmente la vaccinazione sarà il nuovo passaporto per la normalità. Per viaggiare, andare a teatro, al ristorante, al cinema, in vacanza, allo stadio, a scuola, alle feste, dal medico. Cosa accadrà allora?
I dati pubblicati da un sondaggio Ipsos, condotto per il World economic forum, mostrano che le persone – gli intervistati sono diciottomila in quindici paesi – non hanno alcuna fretta di farsi somministrare il vaccino contro il coronavirus. Ci sono gli scettici, quelli che preferiscono attendere per la rapidità con cui sono stati condotti questi test, e poi ci sono i No vax, che a questo vaccino, come a tutti gli altri, applicano teorie del complotto di vario genere. In Europa, i paesi in cui i cittadini sono meno propensi a farsi immunizzare sono la Francia e la Spagna dove soltanto il 12 e il 13 per cento si farebbero vaccinare “immediatamente”, contro il 24 per cento degli italiani. Se si osserva la situazione a livello globale, da agosto a ottobre la fiducia delle persone nel vaccino è scesa di quattro punti e questa diminuzione è legata anche a una battente opera di disinformazione soprattutto su Facebook.
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