Divieto di spostamento e ristoranti chiusi: come sarà il Natale secondo il nuovo dpcm
Deroghe minine, al vaglio gli spostamenti verso le seconde case, le scuole riapriranno a gennaio. Cosa sappiamo del decreto che mercoledì Speranza illustrerà in Parlamento
Deroghe minime. E' questo l'orientamento, ispirato alla massima precauzione, che il governo adotterà nel nuovo dpcm che fisserà le regole per tutto il periodo delle festività natalizie, facendo seguito all'ultimo in vigore fino al 3 dicembre. Con una specie di paradosso: nonostante alla vigilia del Natale la gran parte delle regioni italiane verrà promossa in zona gialla, al secondo livello di rischio in una scala di quattro, i movimenti tra regioni generalmente rimarranno vietati. Così come resteranno sbarrati gli ingressi dei ristoranti per la Vigilia, Natale, Santo Stefano e Capodanno. Del resto, come va ripetendo da giorni il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, “non possiamo vanificare gli enormi sacrifici che si stanno facendo”, magari ricalcando quanto visto questa estate, dove la soglia di attenzione s'è abbassata repentinamente e a mano a mano la curva del contagio ha ripreso a inerpicarsi.
Al vaglio gli spostamenti verso le seconde case
Il governo ne discuterà con le regioni e gli esponenti del Comitato tecnico scientifico ancora oggi e domani, e il ministro Speranza mercoledì parlerà davanti alla Camera per illustrare i contenuti del nuovo pacchetto normativo. Secondo quanto si va diffondendo tra gli stessi esponenti di maggioranza, dalla settimana prima di Natale, orientativamente il 21 dicembre, entrerà in vigore il divieto di spostamento tra regioni, quindi anche al livello di rischio giallo (adesso in quest'ultima fattispecie lo spostamento è consentito). Sarà però sempre consentito raggiungere la propria residenza o il proprio domicilio, così come si starebbero studiando soluzioni per alcune categorie, per esempio gli studenti fuori sede, che hanno formalmente la residenza nel luogo di studio e avrebbero difficoltà a raggiungere casa. Sulla possibilità di raggiungere le seconde abitazioni, il governo è intenzionato a consentire spostamenti solo prima che entrino in vigore le restrizioni (quindi presumibilmente prima del 21 dicembre). Come ha spiegato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri in un'intervista alla Stampa, “se ne sta discutendo. Il punto è con quante persone si va nelle seconde case. Se è lo stesso nucleo familiare a spostarsi, non cambia moltissimo. Resta però la raccomandazione ad avere un numero limitato di invitati: direi 6, anche se non è un numero magico”.
Nessuna deroga per i ristoranti
Nonostante l'ipotesi di una specie di “libera tutti”, nessuna deroga particolare verrà concessa a bar e ristoranti nelle giornate di festa. Va da sé che limiti numerici varranno anche per gli affollamenti domestici: dovrebbero in ogni caso rimanere raccomandazioni, riferite al nucleo familiare di primo grado, piuttosto che divieti stringenti. Per la riapertura vera e propria delle attività di ristorazione oltre le ore 18, quindi, bisognerà aspettare con ogni probabilità la seconda settimana di gennaio. E' il motivo per cui il coprifuoco, attualmente fissato alle 22, dovrebbe essere mantenuto. Per consentire un contingentamento dei clienti, le attività commerciali dovrebbero rimanere aperte fino alle 21 (in alcune regioni fino alle 22).
Le scuole riaprono a gennaio
La volontà del ministero dell'Istruzione è approntare una graduale riapertura delle scuole, che riporti a gennaio gli studenti delle scuole superiori all'interno delle aule. Da dpcm, nelle regioni non rosse la didattica in presenza è consentita fino alle terza media esclusa. L'obiettivo è, dal 7 o al massimo dall'11 gennaio, garantire una didattica tradizionale anche a chi in queste settimane ha continuato a seguire le lezioni online. Ad esempio estendendo l'orario anche al sabato.
Chiuse le piste da sci
Nonostante le rimostranze dei presidenti delle regioni alpine, che ne hanno ricordato l'impatto sull'industria, le piste da sci rimarranno chiuse e dovrebbero riaprire dopo il 10 gennaio. L'ufficialità viene rimandata a un coordinamento europeo che dovrebbe garantire regole comuni nei paesi membri: anche se già dallo scorso fine settimana si è tornati a sciare nelle località invernali svizzere.