Volontarietà o obbligatorietà? Questa è la domanda fondamentale da porsi in questo contesto epidemico gravissimo generato dal Covid-19. Considerando che siamo in emergenza pandemica, ha davvero senso parlare ancora di volontarietà, o la libera scelta dovrebbe sacrificarsi al cospetto di un bene comune? La società in cui viviamo è la democrazia che abbiamo scelto, questa scelta implica la tacita accettazione di regole di convivenza che prevedono che chi le vìola sia punito sulla base delle leggi che sono determinate dal nostro ordinamento. Ledere il diritto di un’altra persona è, o dovrebbe essere, inaccettabile, e su questo principio poggia il dovere di tutelare dal Covid-19 tutte le persone che non potranno vaccinarsi per problemi di salute, e va da sé che si tratti di un tema di interesse collettivo, non individuale. Sono contraria alla volontarietà, anche se so che questa è la posizione del Foglio, e questa mia posizione ha radici lontane che partono dal pensiero che già il vaccino antinfluenzale debba essere obbligatorio per il personale sanitario; trovo infatti inconcepibile che chi si trova a contatto coi pazienti possa essere veicolo, per quanto involontario, di trasmissione di infezioni rischiando di aggravare situazioni magari già complesse.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE