In passato le raccomandazioni nutrizionali a cura dei vari organismi attivi a livello nazionale e internazionale hanno insistito molto su cosa non mangiare. Il moderno approccio, invece, non agisce più per sottrazione ma contempla soprattutto il concetto di nutrizione adeguata, riconoscendo a determinati alimenti non solo proprietà nutritive ma anche salutistiche. Su questa e altre riflessioni ci siamo confrontati con il prof. Francesco Bruno, avvocato partner dello studio legale Pavia e Ansaldo e ordinario di diritto alimentare e ambientale presso il Campus Biomedico di Roma, autore de “Il diritto alimentare nel contesto globale: Usa e Ue a confronto. Food Safety, Food Health e Food Security”.
Quali le principali azioni normative dell’Unione europea in tale direzione e quali le differenze rispetto ai precedenti decenni?
Le politiche europee potrebbero tendere ultimamente (anche se ancora la direzione non è chiara) a valorizzare maggiormente un alimento totalmente privo di grassi e zuccheri rispetto a uno più complesso, che ha una quantità di zuccheri e grassi, ma che integra altresì un insieme di sostanze benefiche per il nostro corpo (e la nostra mente) dalle quali dipende la nostra qualità della vita. Si pensi al rapporto tra bevande gassate (prive di calorie) e prodotti tipici della dieta mediterranea (come i formaggi o l’olio d’oliva). Quali considera più sani?
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