Serve trovare personale per il vaccino
Lo stato attraverso un bando del Commissario straordinario ha previsto il coinvolgimento delle Agenzie per il lavoro per sopperire alla carenza di personale medico e infermieristico. Bene il fronte comune pubblico-privato
Al direttore – Come riportato dal Foglio, lo Stato italiano attraverso un bando del Commissario straordinario ha previsto il coinvolgimento delle Agenzie per il lavoro per sopperire tempestivamente e adeguatamente alla carenza di personale medico e infermieristico in vista della somministrazione del vaccino anti Covid. La notizia non deve tuttavia sorprendere visto che in passato ogni qual volta c’è stata una situazione di emergenza alle Agenzie è giunta una “chiamata alle armi” non dissimile da quella ascritta ad Arcuri. E anche nei mesi scorsi, a partire dalla prima emergenza di marzo, le oltre duemila filiali delle nostre Agenzie hanno lavorato e continuano a farlo per far fronte alla richiesta di nuove professionalità, in taluni casi in crescita esponenziale, in diversi settori, prima di tutto naturalmente quello sanitario.
La verità è che nel nostro paese la carenza di personale infermieristico non è per niente una novità visto che da almeno dieci anni vi è un gap profondissimo tra il personale che esce del mercato del lavoro (usualmente per raggiunti limiti di età) e quello che viene formato dal sistema di istruzione professionale e immesso nel sistema sanitario. Rispondere alla “call” non sarà quindi per nulla semplice, ma le Agenzie sono già al lavoro per fare il meglio possibile partendo dal livello di professionalità delle nostre persone e della nostra rete. I nostri diecimila dipendenti diretti hanno dimostrato da oltre un ventennio (lo dicono i numeri) di possedere le competenze e gli strumenti necessari per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro grazie a una rete integrata dei servizi che va dalla ricerca e selezione all’orientamento, dalla formazione mirata, fino alla somministrazione di lavoro e alle attività di replacement. Quotidianamente ci confrontiamo con le esigenze delle imprese provando a rispondere con tempestività e adeguatezza alle sollecitazioni che emergono nel mercato, avviando al lavoro non meno di 800 mila persone in un anno, con contratti a tempo determinato e indeterminato, con le tutele, la retribuzione e i diritti tipici del lavoro dipendente. Sebbene le Agenzie intervengano anche con la formazione per “costruire” le professionalità richieste (oltre duecentomila persone formate in un anno con il Fondo di settore Formatemp), è chiaro che non potranno risolvere nei tempi dettati dall’emergenza epidemiologica il preesistente gap strutturale di figure mediche e infermieristiche. Il nostro lavoro consisterà prevalentemente nella selezione delle candidature che si iscriveranno al portale, sullo screening dei nostri data-base, sulla verifica dei requisiti, sull’invio al lavoro di queste persone su richiesta dei committenti garantendo la corretta gestione, non solo amministrativa, dei rapporti di lavoro (assunzioni, comunicazioni obbligatorie e così via). Mettere queste attività svolte dai privati (le Agenzie) in “contrapposizione” con quelle che avrebbero potuto svolgere le regioni o altri soggetti pubblici è sbagliato, sia perché in quest’ultimo caso avrebbero sostenuto anch’esse un costo, sia perché replica un approccio conflittuale-competitivo pubblico-privato che andrebbe definitivamente superato, valorizzando le specificità di ciascuno. Qualche anno fa abbiamo raccolto alcuni dati di confronto con i Centri per l’impiego dai quali emergeva che ciascun dipendente di una Agenzia per il lavoro in un anno accompagnava a una occupazione circa 48 persone: nel medesimo arco temporale un dipendente di un Centro per l’impiego si fermava a 4. Certamente i margini di miglioramento ci sono e valgono per tutti ma oggi occorre dare vita a una nuova fase riformatrice nella quale il rafforzamento della rete dei servizi al lavoro passi attraverso una seria ed efficiente cooperazione pubblico-privato, capace di valorizzare i punti di forza di ciascuno mettendo da parte obsoleti ideologismi funzionanti solo sulla carta. E ciò vale ancora di più nell’attuale momento di emergenza epidemiologica e nella stagione del previsto e inesorabile crepuscolo di quei navigator la cui creazione fu proprio il frutto di un approccio basato sulla contrapposizione e sull’illusione della “autosufficienza” di qualcuno. Il sistema delle Agenzie è pronto a fare la sua parte su entrambi i fronti facendo fronte all’emergenza e contribuendo a costruire una rete di servizi capace di dare le risposte che i cittadini aspettano da fin troppo tempo.
Agostino Di Maio,
direttore generale Assolavoro,
Associazione nazionale Agenzie per il lavoro