Alla ricerca del like
Così tecnologia e social influenzano la percezione del nostro corpo
Più selfie e videocall, aumentano le richieste di interventi chirurgici per migliorare il volto
Nell’era contemporanea la tecnologia ha introdotto nuovi sistemi di comunicazione che, in un modo o nell’altro, influenzano la visione che abbiamo di noi stessi motivandoci verso la ricerca di un’ideale da mostrare agli altri o spingendoci verso l’emulazione di prototipi che appaiono perfetti sullo schermo.
Viviamo in un mondo in cui ognuno di noi è circondato costantemente dall’influenza dei social network, che non sono solo degli strumenti di comunicazione che ci permettono di essere connessi 24/7, ma rappresentano anche dei punti di riferimento quotidiani con cui ci confrontiamo. Vi siete mai chiesti come si determina la percezione che abbiamo del nostro corpo? In generale è influenzata da tre visioni principali: la visione che noi stessi abbiamo del nostro corpo, la visione che noi abbiamo del nostro corpo guardandoci allo specchio e la percezione di come gli altri vedano il nostro corpo. L’insieme di questi tre punti di vista riesce a stabilire il rapporto che ognuno di noi ha col proprio corpo. La chirurgia plastica e la medicina estetica sono dei mezzi che negli ultimi decenni hanno permesso di risolvere dei disagi corporei. Queste branche della medicina sono la risoluzione ideale solo quando il disagio è provocato da un difetto oggettivamente presente e che rappresenta la causa del disagio stesso. Quando il difetto non è oggettivabile, si tratta di dismorfofobia, cioè di un’alterata percezione corporea, e il paziente non dovrebbe essere mai trattato dal chirurgo.
Durante questo periodo di pandemia i social network sono stati una risorsa che ci ha permesso di restare vicini quanto più possibile. Noi, come fruitori di questi mezzi di comunicazione, ci lasciamo condizionare vedendo la nostra immagine proiettata sullo schermo e cerchiamo di renderla perfetta, utilizzando filtri di bellezza, per raggiungere un’ideale che solo lo schermo del telefono o del computer possono realizzare. Quante volte vi è capitato di scattarvi un selfie e notare difetti che prima non avevate mai visto? Quante volte correggete con filtri o app questi difetti che notate sullo schermo dopo aver scattato la foto? Queste abitudini, amplificate dall’utilizzo esponenziale dei social network, condizionano la percezione di noi stessi focalizzando l’attenzione su inestetismi che prima non era possibile notare allo specchio o su cui nessuno di noi si era mai soffermato. La ricerca del “selfie perfetto” diventa una mania per ottenere quanti più like possibili, portando i millennial costantemente davanti alla fotocamera del cellulare per ritrovare un’immagine ideale che molte volte non corrisponde alla realtà e che generi approvazione dai follower. Come chirurgo plastico mi ritrovo molte volte a dover spiegare che l’inestetismo che ci viene mostrato in una foto fatta con il cellulare è stato creato da un’inquadratura errata, dalla distorsione dovuta alla distanza focale dell’obiettivo, dalla luce sbagliata che causa un effetto luce-ombra ma in realtà quell’inestetismo non esiste affatto. L’effetto levigante della pelle dato da un filtro di Instagram non può essere realizzato perché le caratteristiche della pelle di ognuno non possono essere stravolte con nessun trattamento estetico. In questo periodo di pandemia la chirurgia plastica, (nella sua componente estetica) e la medicina estetica hanno avuto un incremento dovuto proprio alle richieste di migliorare la propria immagine del viso. Nella mia esperienza, rispetto all’anno precedente, le richieste di correzione di inestetismi del volto sono aumentate del 40 per cento. Questi pazienti sono approdati nel mio ambulatorio riportando la necessità di dover apparire con un aspetto migliore davanti alla telecamera del cellulare o del computer. Complice di queste richieste anche lo smartworking e l’incremento di tutte le tecnologie che permettono di lavorare da casa.
Tutto questo chiaramente non deve essere interpretato con un’accezione negativa dei social network legati alla percezione del sé, anzi deve essere uno spunto per chiarire meglio il corretto collegamento tra l’utilizzo dei social network e la nostra immagine corporea. Dobbiamo sempre tenere presente che ognuno di noi ha le proprie caratteristiche e la bellezza esteriore non è mai perfezione, ma rappresenta armonia di proporzioni e l’interazione tra la sfera esteriore e quella interiore. La perfezione rappresenta solo un’ideale che in natura non esiste e ovviamente non può essere raggiungibile neanche dopo un intervento di chirurgia estetica. Il corpo non è una scultura e il chirurgo plastico non è uno scultore. Il corpo umano è un organismo vivente in un ambiente che lo circonda, quindi muta e si adatta a varie condizioni tutt’altro che perfette. Gli “effetti di bellezza” legati ai filtri dei social network rappresentano solo un mondo ideale che si discosta dalla realtà che noi viviamo e quindi rappresentano delle circostanze non raggiungibili. Un aspetto positivo dell’apparire sui social in questo periodo è sicuramente non avere abbandonato la cura di noi stessi. Stare molto in casa può portare a cattive abitudini, come non prendersi cura di sé e avere meno stimoli. Mostrarsi sui social in video o in foto, anche durante la pandemia, ha permesso a molti di dare una spinta in più per mostrarsi al meglio. Alcuni hanno scelto di rivolgersi al chirurgo plastico per migliorare l’aspetto del proprio viso proprio per concedersi un po’ di cura e per migliorarsi. Nella mia casistica del 2020 le richieste di miglioramento del viso sono ricadute sull’area perioculare nel 60 per cento dei casi, quindi ho registrato un incremento dell’intervento di blefaroplastica superiore e inferiore e di utilizzo della tossina botulinica per la distensione delle rughe. La spiegazione di questo dato si può trovare nel fatto che gli occhi sono la zona che risalta di più in una foto, in un video o anche quando indossiamo la mascherina in pubblico.
Tutte queste riflessioni su cui ci siamo focalizzati servono per ristabilire il controllo che noi stessi dobbiamo avere sulla percezione reale del nostro corpo e ricorrere alla chirurgia estetica quando un difetto realmente esistente ci condiziona a tal punto che non possiamo far a meno di correggerlo. Lo scopo ultimo della chirurgia estetica e della medicina estetica è la ricerca di un risultato naturale (non sempre scontato), perché il “bello” è legato sempre alla “natura” e mai a qualcosa di artificioso.
Mauro Barone, chirurgo estetico e plastico
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