I ritardi nelle forniture dei vaccini, il calcolo delle dosi per fiala, le minacce legali, le insinuazioni sulle vendite nei paesie extra Ue. Cosa non torna nella versione dell’azienda farmaceutica e in quella del Commissario straordinario
“Una buona notizia. Dalla prossima settimana la Pfizer consegnerà nei tempi e nelle quantità previste le dosi vaccinali. Si riparte a tutta birra!”, dichiara il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa. Le polemiche del governo con la Pfizer, che aveva unilateralmente ridotto di circa un terzo le forniture di vaccino concordate, non sono archiviate ma quantomeno attenuate nei toni. Il taglio repentino delle consegne ha provocato problemi in diverse regioni, quelle che hanno subìto la riduzione maggiore di rifornimenti, costringendole a sospendere le vaccinazioni di nuove persone per poter rispettare i tempi di chi doveva ricevere la seconda dose. Se ormai il Commissario straordinario e le regioni erano abituati alle consegne a singhiozzo da parte dell’azienda, la riduzione della quantità di dosi ha comportato problemi ulteriori alla pianificazione delle nuove vaccinazioni e soprattutto dei richiami. Il problema non riguarda tanto l’entità (circa -29% delle fiale), soprattutto dopo l’autorizzazione da parte dall’Aifa e dell’Ema di poter estrarre da ogni flacone 6 dosi anziché 5, ma la mancanza di un preavviso e soprattutto la scelta autonoma e discrezionale da parte dell’azienda della distribuzione del taglio fra le varie regioni (alcune hanno ricevuto il 60% di dosi in meno).
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