Come in uno tsunami senza fine, tra varianti italiane, inglesi e sudafricane, la minaccia di ondate sempre più aggressive con possibilità di nuove mutazioni virali difficili da prevedere fa sì che i prossimi cinque mesi saranno critici. La situazione è certamente complessa ma, dopo un anno, pare mancare ancora la consapevolezza che siamo nel bel mezzo di una guerra mondiale e che si deve fare di più. Molto di più. Come in tutte le guerre che si rispettino l’obiettivo reale, per i governi di tutto il mondo non può essere altro che la riduzione del numero di morti, che al momento in Italia si attesta purtroppo sopra i 3 mila per settimana. Per ridurre questo numero in modo significativo due azioni devono essere aggiunte alle altre raccomandazioni: vaccinare più persone possibili e curare precocemente chi si ammala per tenerli lontano dagli ospedali e dalle rianimazioni che sono la nostra ultima trincea.
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