Dall'Associazione Coscioni al Pts, la comunità scientifica in allarme per il caso Invitalia-ReiThera: “Operazione senza alcun criterio di trasparenza. Il commissario non può utilizzare denaro pubblico per un progetto privato, attraverso l'agenzia di cui è ad. E La favola del vaccino italiano non esiste”
Era stata una presentazione show, quasi un mese fa. All’insegna di una formula magica: “Ecco il vaccino italiano”. L’inizio di una maxioperazione mediatica e politica. Ma che di scientifico, stando agli esperti, avrebbe ancora poco di comprovato. O che giustificherebbe l’acquisto del 30 per cento di ReiThera – società biotecnologica di Castel Romano, ma interamente controllata dalla svizzera Keires ag – da parte di Invitalia per 81 milioni di fondi pubblici. Amministratore delegato: Domenico Arcuri. Lo stesso commissario straordinario all’emergenza. “C’è un palese conflitto d’interessi”, alza la voce Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. “L’interesse in gioco invece è quello dei cittadini: per questo abbiamo lanciato una petizione che ha già superato le 3mila adesioni. Arcuri deve scegliere”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE