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Si allontana l'obiettivo dell'immunità di gregge, mentre le regioni cambiano colore
Molise, Emilia Romagna, Campania verso l'arancione
Il punto sulle varianti e i nuovi colori delle regioni dopo il monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità. Ecco chi entra in zona gialla da domenica 21 febbraio
La parola definitiva arriverà con l'ordinanza del ministro della Salute, ma è già stato confermato ufficialmente il passaggio in zona arancione di Campania, Emilia-Romagna e Molise. Nessuna Regione sarà rossa né la Valle d'Aosta bianca, come si era immaginato in un primo momento.
Continua ancora la crescita dell’indice Rt. Nel periodo 27 gennaio-09 febbraio 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,99 (range 0,95– 1,07), con un nuovo balzo in avanti rispetto alla settimana precedente (0,95) e con un limite superiore che sfonda il tetto dell’uno. Anche l'incidenza nella settimana del monitoraggio passa da 133,13 per 100mila abitanti a 135,46. Un dato ben lontano da quel parametro di 50 per 100mila abitanti che permetterebbe il ripristino del tracciamento dei casi e dei loro contatti sul territorio. Questo quanto emerge dal monitoraggio di Iss e ministero della Salute relativo al periodo 8-14 febbraio 2021.
I dubbi sull'immunità di gregge
L'obiettivo non è l'immunità di comunità, ma proteggere la popolazione più a rischio mortalità e rendere gli ospedali Covid-free. Così il Direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nel corso della conferenza stampa settimanale ha fatto il punto sull'obiettivo della campagna di vaccinazioni. "Stiamo vaccinando per proteggere delle persone, non per ottenere l'immunità di comunità. Vacciniamo gli operatori sanitari per rendere Covid-free gli ospedali, e le persone molto anziane perché sono quelle a maggior rischio di mortalità".
L'obiettivo immunità di comunità al momento è lontano per almeno tre motivi: "Innanzitutto dovremmo esser certi che i vaccini che stiamo utilizzando blocchino la trasmissione conferendo un'immunità sterilizzante. Dovremo poi capire quale sia la popolazione che sostiene la circolazione del virus, e questo ad oggi è tutt'altro che chiaro, non abbiamo presente quale sia questa popolazione. Ulteriore variabile è poi quella della durata della protezione. Noi non sappiamo per quanto tempo una persona sarà protetta dopo la vaccinazione. Non parliamo quindi per ora di immunità di comunità", ha puntualizzato Rezza.
Eppure, appena un mese fa, sia lo stesso Rezza che il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, parlavano apertamente dell'immunità di comunità come di un risultato raggiungibile dopo l'estate con la vaccinazione del 70% della popolazione.
Il punto sulle varianti
Quanto alle varianti, il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro ha spiegato: "Abbiamo una diffusa circolazione di variante inglese destinata a diventare quella dominante in tutta Europa, diversi focolai di variante brasiliana in Centro Italia, e alcuni casi di variante sudafricana. In quest'ultimo caso si tratta di piccoli cluster di importazione".
Sul punto è intervenuto anche Rezza spiegando come sia "preoccupante" il fatto che in alcune aree sub-regionali "vediamo aumento di incidenza, come se ci fossero diversi focolai all'interno di alcune Regioni. Questo probabilmente è dovuto a nuove varianti che hanno una tendenza ad una maggiore trasmissibilità. Oltre alla variante inglese anche le varianti brasiliana e sudafricana sono presenti, seppur in misura minore, sul territorio. La variante brasiliana è stata riscontrata soprattuto tra Umbria e Toscana. Quella sudafricana è la più inquietante. Dobbiamo agire in maniera rapida e aggressiva: appena individuate, è necessario far scattare immediatamente le zone rosse per ridurne drasticamente la circolazione", ha concluso Rezza.
Molise, Emilia Romagna, Campania verso l'arancione
Dall’esito della cabina di regia sono diverse le Regioni che in giornata potrebbero cambiare ‘colore’ con l’attesa ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. In particolare Molise, Campania ed Emilia Romagna potrebbero passare dal giallo all’arancione. Queste, dunque, potrebbero andare ad aggiungersi ad Abruzzo, Toscana, Liguria e Provincia di Trento, già in arancione dalla scorsa settimana. Bolzano, che già si trovava in zona rossa con propria ordinanza, potrebbe vedere ora confermato questo scenario anche dai dati del monitoraggio. In Umbria fino ad oggi la provincia di Perugia si trova in zona rossa. A pesare, in questo casi, la presenza di varianti, compresa quella brasiliana.
La situazione attuale, regione per regione
Resterebbero così undici Regioni in area gialla. Anche all’interno di questi territori sono però presenti strette a livello locale per alcuni focolai ritenuti a rischio.
Tornando al monitoraggio, questa settimana si osserva un peggioramento nel livello generale del rischio. Una Regione (Umbria) ha un livello di rischio alto. Sono 12 – contro le 10 della scorsa settimana – le Regioni con una classificazione di rischio moderato (di cui sei ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e otto con rischio basso. Dieci Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1, di cui nove anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente. Le altre Regioni hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo uno.
Sono ancora cinque le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto ma sotto la soglia critica (24 per cento). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve diminuzione da 2.143 (09/02/2021) a 2.074 (16/02/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in lieve diminuzione, passando da 19.512 (09/02/2021) a 18.463 (16/02/2021). Questa tendenza a livello nazionale, si spiega nel report, “sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza impongono comunque misure restrittive”.
In diminuzione il numero di Regioni dove sono state riportate allerte di resilienza (7 contro 11 della settimana precedente). Anche questa settimana nessuna Regione ha riportato molteplici allerte di resilienza.
Cosa si può fare in zona gialla
Spostamenti liberi, ma rimane la limitazione notturna
Durante la giornata ci si può muovere liberamente all’interno della regione. Dalle 22 alle 5 rimane la limitazione agli spostamenti (valida per tutte le regioni). Chi vive in un comune fino a 5.000 abitanti ha il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di provincia. È consentito, inoltre, spostarsi verso una sola abitazione privata abitata una volta al giorno, sempre tra le 5 e le 22, per un massimo di due persone ulteriori rispetto a quelle già conviventi (esclusi i minori di 14 anni e i disabili). Dopo le 22 si può circolare solo per “comprovate esigenze” di lavoro, salute ed emergenze. Per provarlo, serve mostrare o compilare al momento del controllo l’autocertificazione. Per privacy non va indicata la persona da cui ci si sta recando. È comunque sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, tranne che per le seconde case fuori Regione.
Bar, pasticcerie e ristoranti aperti fino alle 18
Dopo le 18 e fino alle 22 solo asporto. Non si può consumare nelle vicinanze dell’esercizio commerciale. Non ci sono limiti di orario, invece, per la consegna a domicilio. Per quanto riguarda i negozi, sono sempre aperti, mentre i centri commerciali saranno chiusi il sabato, la domenica e nei festivi. Farmacie, tabaccherie, edicole e alimentari che si trovano dentro i centri commerciali resteranno aperti.
Musei aperti, palestre e piscine ancora chiuse
Nelle zone gialle riaprono musei e mostre, dal lunedì al venerdì “con esclusione dei giorni festivi” e con ingressi contingentati. Le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali sono invee ancora sospese, così come gli sport di contatto. È consentito, al contrario, recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati per svolgere "esclusivamente all'aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall'Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l'uso di spogliatoi interni a detti circoli”.
Cosa si può fare in zona arancione
Spostamenti
Si può circolare liberamente all'interno del proprio Comune. Per uscire dal Comune, invece, è necessario avere delle ragioni legate al lavoro, alla salute o alla necessità, che dovranno essere sempre comprovate attraverso il modulo di autocertificazione. Rimane valido il limite di due persone non conviventi che è possibile ospitare nelle case private. Non rientrano però nel conteggio gli under 14 e le persone affette da disabilità o non autosufficienti. Chi abita in un comune con meno di 5 mila abitanti, gli spostamenti sono consentiti entro il raggio di 30 chilometri.
Attività fisica
Per l'attività motoria, come una passeggiata, si potrà spostarsi liberamente all'interno del proprio Comune, e per quella sportiva si potrà anche uscire. Palestre e piscine sono chiuse.
Negozi, bar, pasticcerie e ristoranti
Bar e ristoranti sono chiusi al pubblico, come in zona rossa, ma possono lavorare solo con i servizi di asporto (sino alle 18) e consegna a domicilio (sino alle 22). I sono aperti i negozi, ma con limitazioni agli ingressi.
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