L'Italia era il secondo paese in Ue per vaccinati in rapporto alla popolazione, ora è il ventesimo. Ed è tra gli ultimi per copertura degli over 80. Il “Piano strategico” contiene solo raccomandazioni etiche sulle priorità, nella realtà ci sono 21 piani regionali diversi. Non eravamo pronti, ma una svolta è possibile. E' ciò a cui sta lavorando il governo Draghi
"Siamo al secondo posto in Europa per vaccini somministrati in rapporto alla popolazione dopo la Danimarca”, diceva fino a poco fa Domenico Arcuri. Il Commissario per l’emergenza non tiene più conferenze stampa da oltre due settimane, ma se dovesse aggiornare gli italiani sull’andamento delle vaccinazioni, oggi dovrebbe dire: “Siamo al ventesimo posto in Europa per vaccini somministrati in rapporto alla popolazione dopo Danimarca, Polonia, Romania, Grecia, Portogallo, Spagna, Germania, Svezia…”. In circa un mese, senza che nessuno se ne sia accorto, l’Italia è scivolata in fondo alla classifica e ora è nettamente al di sotto della media e della mediana europee. Da settimane si sente la litania secondo cui la colpa dei ritardi è delle case farmaceutiche, ma i fornitori sono gli stessi per tutta l’Ue e non c’è una difformità negli approvvigionamenti che colpisce particolarmente l’Italia. Semplicemente in Italia è aumentata la quota di dosi non somministrate: una su quattro, il 25%, è ferma in freezer. E allora cosa è cambiato rispetto al folgorante inizio?
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE