Zona rossa nei weekend e lockdown locali. Il Cts chiede al governo misure anti-Covid più severe
Nei fine settimana chiusure come a Natale, zone rosse sul modello Codogno e rafforzamento delle misure per le zone gialle. Sileri: "Favorevole a chiusure chirurgiche"
Sono arrivate le indicazioni del Cts al governo: secondo le agenzie di stampa, il Comitato tecnico scientifico avrebbe detto che nei weekend occorre tornare a fare come a Natale, con chiusure più stringenti (una sorta di lockdown a singhiozzo tra giorni rossi – quelli festivi e prefestivi – e arancioni, con divieto di spostarsi tranne che per motivi di lavoro, salute e necessità). Servono poi zone rosse locali sul modello di Codogno e bisogna rafforzare le misure nelle zone gialle per ridurre i contatti tra le persone. L'obiettivo – già raggiunto in certe regioni – rimane quello di arrivare a meno di 50 casi ogni 100mila abitanti. Gli esperti hanno suggerito di estendere la campagna vaccinale a più soggetti e nei tempi più brevi possibili e potenziare il sequenziamento del virus per individuare prima possibile le varianti. E avrebbero anche segnalato la necessità di ridurre l'incidenza per ristabilire il contact tracing.
Insomma, a un anno dal primo lockdown, con oltre centomila morti per Covid in Italia, sembra sicuro che si andrà verso nuove restrizioni e il primo dpcm di Mario Draghi rischia di dover essere cambiato pochi giorni dopo la sua entrata in vigore. "Sono favorevole a chiusure chirurgiche", ha detto Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute. "Il Cts fornisce un indirizzo su cui però poi decide la politica. Dobbiamo analizzare i dati. Il rafforzamento delle misure in alcune aree è sicuramente necessario".
"Sulle varianti resistenti ai vaccini dobbiamo metterci in testa che serve tolleranza zero. Laddove si manifestano e c'è un focolaio, bisogna chiudere tutto, in stile Codogno, perché non possiamo permetterci che si diffondano nel paese", ha detto Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova ad Agorà su Rai 3. "È giusto che si prenda in considerazione la nuova caratteristica del virus. Non si vaccina quando c'è alta trasmissione del virus perché così facendo si favorisce l'emergere di varianti resistenti al vaccino. Per questo credo che il provvedimento sul tavolo del Cts vada nella direzione giusta, cercare di spegnere la trasmissione e cercare di vaccinare più persone possibili".
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