Il day after di Aifa conferma che su AstraZeneca si è perso solo tempo
Dopo la conclusione dell’indagine del Comitato per la Sicurezza dell'Ema, ieri in Italia e Germania sono riprese le vaccinazioni senza che nulla sia cambiato rispetto ai giorni scorsi
I benefici del vaccino di AstraZeneca nel combattere il Covid continuano a superare il rischio di effetti indesiderati. Il vaccino non è associato ad un aumento del rischio complessivo di eventi legati a trombi. Tuttavia, può essere associato a casi molto rari di trombi in presenza di trombocitopenia, inclusi rari casi di trombosi cerebrale dei seni venosi (Cvst). La Nota Aifa contenuta nella circolare del Ministero della Salute, con la quale si dispone la ripresa delle vaccinazioni, riporta così la conclusione dell’indagine del Comitato per la Sicurezza dell'Ema (Prac). Nel testo si spiega che al momento sono esclusi i lotti posti sotto sequestro, per i quali si resta in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.
Il blocco, ricordiamo, aveva fatto seguito alle segnalazioni provenienti dal Paul Ehrlich Institut, riguardo sette rari casi di trombosi cerebrale dei seni venosi venutisi a verificare in Germania nei giorni scorsi a fronte di 1,7 milioni di vaccinazioni con AstraZeneca. L’Ema fin da subito, aveva rimarcato la sicurezza del vaccino e invitato a far proseguire la campagna vaccinale utilizzando anche AstraZeneca dal momento che “i benefici superano i potenziali rischi”. Dopo aver ignorato per giorni questo invito, ieri in Italia e Germania sono riprese le vaccinazioni con AstraZeneca senza che nulla sia cambiato rispetto ai giorni scorsi.
L’Ente regolatorio europeo non è infatti ancora riuscito a stabilire o escludere un possibile nesso causale tra l’utilizzo del vaccino e ed i rari eventi registrati. Ma non finisce qui. Nel suo parere il Prac dell’Ema ha ritenuto che i pazienti debbano essere consapevoli della remota possibilità che si verifichino tali sindromi e, a tal proposito, spiegava che sono “già state prese misure per aggiornare il Riassunto delle caratteristiche del prodotto, per includere maggiori informazioni su questi rischi”. Inoltre, ieri mattina in conferenza stampa il Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, spiegava che è già stato chiesto all’Agenas di “aggiornare la parte che riguarda il consenso informato”. Al momento, però, nulla di questo è stato fatto. E le vaccinazioni sono riprese con lo stesso potenziale remoto rischio di eventi avversi, senza che il bugiardino del vaccino sia stato modificato e senza che il consenso informato sia stato aggiornato. In pratica si è ripartiti esattamente al punto in cui ci trovavamo 4 giorni fa, ma con un compito arduo da affrontare: ripristinare la fiducia in questo vaccino. Perché ora le stesse istituzioni che ne avevano vietato l’utilizzo dovranno dissipare quei dubbi alimentati dal loro stesso comportamento.
Dopo questa battuta d’arresto l’obiettivo è ora quello di accelerare e puntare a raddoppiare nelle prossime settimane quel ritmo di circa 200 mila vaccinazioni al giorno toccato prima del caos su AstraZeneca. Per farlo si punta ora, con il Decreto Sostegni, a coinvolgere pienamente anche le farmacie nella campagna vaccinale dando la possibilità ai farmacisti di somministrare i vaccini contro il Covid anche senza la necessaria presenza e supervisione da parte di un medico. Questa la situazione in Italia.
In altri paesi invece si è optato per scelte diverse. Su AstraZeneca l’Europa sembra muoversi in ordine sparso. La Francia, dopo il pronunciamento Ema, ha deciso di autorizzarlo solo per gli over 55, dal momento che questi eventi rari sembrano coinvolgere in particolare donne di fasce d’età più giovani. Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia manterranno la sospensione del vaccino “fino a quando non avremo un quadro completo della situazione”. La Spagna riprenderà invece le vaccinazioni con AstraZeneca dal 24 marzo, ma non è ancora chiaro se il suo utilizzo verrà limitato o meno per alcune fasce d’età. Da tutto questo, come ha scritto ieri su Twitter Luciano Capone, se ne desume che alla fine per l’Italia è cambiato poco. Abbiamo esattamente le stesse conoscenze e lo stesso grado di certezza sulla sicurezza del vaccino di AstraZeneca che avevamo prima. E continueremo a farne il medesimo utilizzo: la conferma che la sospensione è stata un errore.