I nodi del piano Figliuolo
Il cambio di passo sui vaccini per arrivare a “Quota 500 mila”
L’Italia è ferma a (quasi) 300 mila dosi al giorno. In poco tempo la Germania ha triplicato: ora viaggia a 720 mila. Aprile è il mese decisivo
L’obiettivo per fine aprile resta 500 mila vaccinazioni al giorno, come ribadito dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma raggiungerlo non è così semplice. La campagna vaccinale, infatti, procede a un ritmo ancora lento. C’è da dire che marzo non è stato un mese semplice, dal sequestro di circa 640 mila dosi di AstraZeneca da parte delle procure di Biella e Siracusa, fino al divieto temporaneo di utilizzo disposto dall’Aifa a seguito della paura di rari eventi avversi.
Nonostante tutto ciò, il 31 marzo erano state raggiunte le 296 mila vaccinazioni. Un segnale incoraggiante che si sommava all’arrivo di un quantitativo più ingente di dosi. Stando a quanto comunicato dal commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, è stata già confermata la consegna entro aprile di 8 milioni di dosi, che includono il primo arrivo di 400 mila dosi del monodose di Johnson & Johnson. A queste si devono poi sommare parte delle 2 milioni di dosi circa di AstraZeneca e Moderna consegnate i primi giorni di aprile come ultima fornitura per il primo trimestre, e le circa 3,2 milioni di dosi ferme attualmente in frigorifero. Abbiamo così una dotazione complessiva di circa 12 milioni di dosi che potrebbe garantire una media di 400 mila somministrazioni al giorno.
Eppure, dopo il picco del 31 marzo, si è assistito a un costante calo culminato nel giorno di Pasqua (appena 95 mila vaccinazioni). Da lì una graduale ripresa che ha portato a registrare 299 mila vaccinazioni giovedì. Anche se ormai ci siamo, sembra quasi che si faccia difficoltà a infrangere il tetto di 300 mila dosi al giorno, una soglia che da piano avremmo dovuto raggiungere a metà marzo. Siamo a una settimana dalla data in cui dovremmo toccare 500 mila vaccinazioni. Per farlo serve un’immediata accelerazione, tutt’altro che impossibile. Basta guardare alla Germania che nei primi giorni di aprile, con una dotazione vaccinale in linea rispetto a quella italiana, è passata da 250 mila a 720 mila vaccinazioni al giorno: quasi il triplo. Se il problema non sono le forniture, quali sono i colli di bottiglia che al momento sembrano impedire all’Italia le stesse performance?
Possiamo escludere la carenza dei punti vaccinali. Al momento sono infatti 2.066, ben 633 in più rispetto al 25 febbraio. Un elemento critico potrebbe essere quello relativo al personale. E’ vero che il decreto ““Sostegni” ha previsto il coinvolgimento di una larga platea di operatori della Sanità: almeno sulla carta, sono 165 mila medici, 19 mila farmacie e 270 mila infermieri del Ssn. Ma per la maggior parte di questi la partecipazione avverrà su base volontaria. Alcuni canali sono già stati avviati, come quello dei medici di medicina generale. Mentre per altri il pieno coinvolgimento è previsto solo nelle prossime settimane. A cominciare dalla farmacie. Sono 11 mila quelle che hanno dato la disponibilità a somministrare il vaccino anti Covid. A regime, si stima che ogni farmacia aderente alla campagna vaccinale sarà in grado di somministrare, mediamente, tra i 15 e i 20 vaccini al giorno, cioè tra 165 e 220 mila vaccinazioni al giorno.
Un altro elemento può riguardare l’efficacia dei sistemi di prenotazione. Nelle scorse settimane alcune criticità hanno pesantemente rallentato la campagna in Lombardia. C’è poi l’incognita su una possibile bassa adesione, in particolare modo dopo le vicende che hanno visto protagonista il vaccino di AstraZeneca. I tassi di rinuncia per i timori ingenerati verso questo vaccino potranno essere meglio valutati nel mese in corso. Un destino analogo rischia di averlo anche il vaccino di Johnson & Johnson, atteso in Italia verso il 19 aprile. Proprio oggi l’Ema ha comunicato una revisione per valutare le segnalazioni di eventi tromboembolici. Dopo la vaccinazione sono stati segnalati 4 casi gravi di coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Parliamo, anche in questo caso, di 4 eventi su circa 4,5 milioni di somministrazioni. Si spera che a questo vaccino venga risparmiato il calvario politico e comunicativo di AstraZeneca.