Il monitoraggio Iss
I nuovi colori delle regioni. Valle d'Aosta in rosso e Sardegna verso l'arancione
Risale l'Rt ma scende ancora l'incidenza
Dalla cabina di regia arrivano segnali in chiaroscuro: si abbassa la pressione sugli ospedali, ma le terapie intensive risultano ancora in soglia critica al 30 per cento. In serata le ordinanze del ministro Speranza valide dal 3 maggio
Nella settimana delle riaperture, dalla cabina di regia arrivano segnali in chiaroscuro: l'indice Rt, dopo oltre un mese, torna a risalire e si attesta oggi a 0.85, mentre l'incidenza risulta nuovamente in discesa e si contano, secondo il monitoraggio odierno, 146.4 casi ogni 100.000 abitanti.
In questo quadro, la gran parte delle regioni confermerà lo stato attuale. I cambi saranno due e riguarderanno la Valle d'Aosta, verso il rosso, e la Sardegna in arancione. Mentre la Campania, in bilico fino all'ultimo, resterà in zona gialla. Nel corso della giornata si terrà la consueta riunione della Cabina di regia per analizzare i dati del monitoraggio settimanale dei territori, sulla base dei quali il ministro della Salute firmerà le ordinanze sul cambio di colori in vigore da lunedì 3 maggio.
I dati del monitoraggio
Dopo oltre un mese, l'indice di riproduzione del virus riprende a crescere, seppur di poco. Oggi l'Rt è pari a 0,85, una settimana fa era a 0,81. Continua invece la tendenza positiva per quel che riguarda l'incidenza: siamo a 146.4 ogni 100.000 abitanti, nel monitoraggio precedente la stima arrivava a 157,4. Ma nonostante questa diminuzione e una campagna vaccinale che finalmente ieri ha toccato quota 500.000 mila somministrazioni giornaliere, è ancora molto lontano l'orizzonte dei 50 casi su 100.000, che permetterebbero di riprendere l'attività di tracciamento.
Migliora anche il quadro ospedaliero. Come si apprende dalla bozza del monitoraggio dell'Istituto superiore di Sanità, il tasso di occupazione delle terapie intensive è ancora sulla soglia critica, al 30 per cento, ma diminuiscono i pazienti che hanno bisogno di ricorrere ai ventilatori: da 3.151 di una settimana fa ai 2.748 di oggi. Quanto alle aree mediche, il tasso di riempimento scende al 32 per cento (il limite d'allerta è fisso al 40) con un numero di ricoveri che scende da 23.255 a 20.312.
Inoltre, secondo la nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, al 15 aprile la cosiddetta variante "inglese" era di gran lunga la più diffusa, il 91,6 per cento dei casi riscontrati. La prevalenza di quella "brasiliana" era invece al 4,5 per cento. Le altre variazioni del virus, tra cui quella "indiana" o "nigeriana", sono sotto lo 0,5 per cento.
Sardegna in arancione e Valle d'Aosta in rosso. I nuovi colori delle regioni
Da lunedì la Sardegna, che già settimana scorsa presentava dati incoraggianti, si colorerà di arancione dopo 3 settimane in rosso (la norma prevede infatti che prima di abbandonare la zona rossa, ogni territorio faccia registrare numeri da fascia inferiore per almeno due monitoraggi), raggiungendo Calabria, Basilicata, Sicilia e Puglia. Quest'ultima, con un Rt a 0,92, sperava di tornare in giallo, ma dovrà attendere ancora, una settimana almeno, prima di riaprire bar e ristoranti.
Discorso inverso per la Valle d'Aosta che sarà l'unica regione in zona rossa: in base alle anticipazioni della Cabina di regia ha un'incidenza che supera il limite di 250, un dato che automaticamente comporta il massimo delle restrizioni. Si salva invece la Campania, che rischiava di retrocedere dal giallo all'arancione: qui l'Rt supera il valore limite di 1, ma per gli esperti del ministero la regione si trova in uno scenario a basso rischio. Sarà essenziale non abbassare la guardia nei prossimi giorni: "Se immaginiamo che zona gialla significa fare la ricreazione e la movida irresponsabile, nel giro di due settimane diventiamo non zona arancione, ma rossa", ha avvertito il presidente della regione Vincenzo De Luca, nel corso della solita diretta Facebook del venerdì, facendo poi appello alla responsabilità dei campani: "Quello che succederà, dipenderà per il 50 per cento dai nostri comportamenti, per l'altro 50 dalla campagna di vaccinazione".
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