Astrazeneca per tutti
Figliuolo riapre all’uso per gli under 60. Ma troppi cambi minano la fiducia nel vaccino. Non era meglio seguire ciò che diceva l’Ema?
“I vaccini vanno impiegati tutti. AstraZeneca è consigliato per determinate classi ma l’Ema dice che va bene per tutti, come dimostra la Gran Bretagna con 21 milioni di somministrazioni. Per questo dobbiamo usare tutte le dosi altrimenti il programma non raggiungerà gli effetti desiderati nei tempi voluti. E’ probabile che in quella che si chiama rolling review, questo vaccino si possa raccomandare anche per gli under 60. Su questo, ho avuto interlocuzioni con Aifa, Cts, e Istituto Superiore di Sanità”. Così oggi il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, nel corso dell’inaugurazione del nuovo centro vaccinale di Ostia, ha annunciato un possibile imminente nuovo cambio di rotta sull’utilizzo del vaccino anglo-svedese. L’ultimo (almeno si spera) di una lunga serie.
AstraZeneca venne approvato dall’Ema lo scorso 29 gennaio per tutti gli over 18. In un primo momento, però, a causa della scarsità di dati nella popolazione over 55, l’Aifa decise di approvarne l’utilizzo in Italia solo per gli under 55 anni. A seguire, il 23 febbraio, alla luce di “nuove evidenze scientifiche che riportano stime di efficacia del vaccino superiori a quelle precedentemente riportate”, una circolare del ministero della Salute estese l’autorizzazione dell’uso di questo vaccino fino ai 65 anni e non estremamente vulnerabili.
Il vaccino, inoltre, poteva essere utilizzato anche per i soggetti “con condizioni che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 senza quella connotazione di gravità riportata per le persone definite estremamente vulnerabili”. Arriviamo così all’8 aprile. Dopo la pronuncia dell’Ema su una probabile associazione tra AstraZeneca e casi molto rari di tromboembolismi anche gravi, una circolare del ministero della Salute, pur ribadendo che il vaccino AstraZeneca resta approvato a partire dai 18 anni di età, “sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da Covid-19 nelle fasce di età più avanzate” ma “è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni”.
Si è ribaltata, quindi, totalmente la decisione iniziale arrivando a raccomandarne l’uso solo per le fasce d’età più avanzate. In tutto questo, il giudizio dell’Ema è sempre rimasto costante: AstraZeneca può essere utilizzato, ora come sempre, per tutti gli over 18. A oltre 3 mesi di distanza sembrano ora essersene accorti anche le autorità italiane visto che, come annunciato da Figliuolo, nei prossimi giorni si potrebbe estendere di nuovo l’uso a tutte le età. E, se è vero che formalmente con l’indicazione preferenziale per gli over 60 non se ne è mai vietato l’utilizzo per le altre fasce d’età, lo è altrettanto che questo continuo cambiamento di rotta non fa che alimentare confusione nelle persone sempre più scettiche sulla sicurezza del vaccino.
Forse la soluzione migliore sarebbe stata anche quella più semplice: seguire l’Ema senza porre alcun limite né preferenza per età, ma semplicemente adeguarne l’uso secondo le priorità della campagna vaccinale. Questo voleva dire esattamente partire dagli over 60 per poi scendere, senza però mischiare strategia vaccinale e sicurezza dando alle persone l’impressione di una costante incertezza da parte dello stesso regolatore sui rischi del vaccino. Perché il rischio è che alla fine almeno una fetta dei più giovani possa decidere di non volersi più fidare di questo prodotto e restare in attesa di poter essere immunizzati con un vaccino a mRna. Spostando più in là nel tempo gli obiettivi del piano sull’immunità di comunità.
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