Vaccinazioni all'ospedale di Wuhan (Getty Images) 

cattivi scienziati

Piano con i cinesi

Enrico Bucci

Dall’Oms nessun via libera pieno e incondizionato al vaccino di Pechino

Finalmente, abbiamo una prima valutazione indipendente delle qualità di uno dei vaccini cinesi più largamente usati al mondo – uno di quelli da cui dipendono le sorti dello sforzo internazionale per vaccinare i paesi più poveri (Covax).


Si tratta del vaccino di Sinopharm, denominato BBIBP-CorV. E’ un vaccino a base di coronavirus inattivato, in cui i virus, cresciuti in appositi fermentatori, sono trattati con un composto chimico che lega il loro codice genetico, rendendo impossibile la replicazione del virus (che per tutto il resto è integro).

 


Finora, questo vaccino è stato autorizzato in 45 diverse nazioni e fornito in circa 65 milioni di dosi. Siccome la Cina è interessata principalmente a distribuirlo in paesi che hanno scarso o nullo accesso ai vaccini (da cui l’interesse e la convergenza con Covax), ha chiesto all’Oms una valutazione del prodotto, al fine di ottenere un’eventuale raccomandazione d’uso da parte di questo organismo.


Stando a quanto riportato dalla Reuters, la valutazione è finita, ed è una valutazione in chiaroscuro. 


Dal punto di vista dell’efficacia, sono stati trovati molto soddisfacenti i risultati ottenuti in studi clinici condotti in Cina, Bahrein, Egitto, Giordania ed Emirati arabi uniti. La capacità di prevenire le infezioni confermate con Pcr in soggetti da 18 a 59 anni è risultata prossima all’80 per cento, come sempre affermato dalla Cina. Nel documento dell’Oms, gli esperti che lo hanno compilato affermano infatti di essere “molto fiduciosi che due dosi di BBIBP-CorV siano efficaci nel prevenire Covid-19 confermato dalla Pcr negli adulti (18-59 anni)”. In questo senso, questo vaccino – di facile trasporto e a costo contenuto – ha il potenziale di abbattere la circolazione virale dove sia adottato.

 


Tuttavia, le note dolenti riguardano i dati forniti per la valutazione di sicurezza. Innanzitutto negli anziani. Nel documento si legge infatti: “Abbiamo una fiducia molto bassa nella qualità delle prove che il rischio di eventi avversi gravi a seguito di una o due dosi di BBIBP-CorV negli anziani (≥60 anni) sia basso”. Questo problema, come forse ricorderete, si trascina per questo vaccino fin dall’inizio degli studi clinici. Avendo utilizzato infatti allo scopo “volontari” di prevalenza provenienti dall’esercito, non si sono mai ottenuti abbastanza dati negli anziani.


Inoltre, a parte per l’obesità, non è chiara la sicurezza del vaccino nel caso di comorbidità importanti, per cui leggiamo ancora nel documento che “abbiamo una fiducia molto bassa nella qualità delle prove che il rischio di eventi avversi gravi in ​​individui con comorbidità o stati di salute che aumentano il rischio di Covid-19 grave a seguito di una o due dosi di BBIBP-CorV sia basso”.

 


Le speranze del governo cinese di una piena e incondizionata raccomandazione dell’Oms per l’uso di emergenza del vaccino sono quindi andate, per il momento, deluse; ma è ancora più importante notare che questo è un altro importante ostacolo nella strada di Covax verso il successo.


Infine, vale la pena di ricordare come questi risultati dovrebbero fornire una risposta adeguata anche a chi, diffidando dei vaccini di nuova generazione a Rna, chiedeva di utilizzare i “buoni vecchi vaccini di una volta”, basati su “metodi consolidati”. Purtroppo, non è la piattaforma tecnologica che fa la sicurezza di un vaccino, ma i dati sperimentali e la cura messa nello sviluppo; e, per il momento, nel caso del vaccino a virus attenuato Sinopharm le prove della sua sicurezza sono incomplete.

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