L'intesa Stato-regioni
L'Italia verso la zona bianca: cosa cambia per coprifuoco e riaperture
Restano le principali norme anti assembramento, via libera agli spettacoli mentre riaprono parchi tematici e centri benessere. Da lunedì toccherà a Friuli, Molise e Sardegna, ma tutto il paese va in questa direzione. Domani la cabina di regia
Addio coprifuoco, almeno in zona bianca, con una accelerata sul fronte riaperture. Mentre restano invariate le principali misure di prevenzione – distanziamento, mascherine, areazione e sanificazione dei locali – considerate ancora fondamentali, e dunque intoccabili, per evitare che la curva dell'epidemia riprenda a salire. Sono queste le principali novità che entreranno in vigore da lunedì, quando l'Italia inizierà a colorarsi di bianco.
L'accordo è stato trovato ieri nel corso di un incontro tra il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga, al quale hanno preso parte anche Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute e Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità. Nel corso del confronto "è stata discussa e condivisa una linea di azione che sarà poi recepita in una prossima ordinanza del ministro", si legge in una breve comunicato diffuso dalle stesse regioni. "La proposta condivisa con il governo – prosegue la nota – prevede che si possano anticipare le riaperture delle attività economiche e sociali per le quali la normativa vigente dispone già la ripresa delle attività in un momento successivo". E allora via libera alla riapertura dei parchi divertimento, di spettacoli, fiere e manifestazioni, ma anche piscine al chiuso, centri benessere, sale gioco e soprattutto di matrimoni e cerimonie, la cui ripartenza era stata al centro di forti polemiche solo qualche settimana fa, poi parzialmente superate con l'introduzione del green pass nazionale.
Quali regioni diventano bianche? Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Molise
Il consueto appuntamento del venerdì sancirà, dopo il monitoraggio della Cabina di regia, il passaggio in bianco di Friuli- Venezia giulia, Molise e Sardegna, l'unico territorio ad aver sperimentato fino ad oggi questa condizione. La norma prevede che ci siano tre monitoraggi consecutivi con incidenza sotto i 50 casi ogni centomila abitanti. Ma gran parte dell'Italia si appresta, da qui a metà giugno, ad allentare le restrizioni: ieri l'incidenza nazionale si attestava a 49 su 100 mila, un numero mai così basso dallo scorso ottobre, che permetterebbe di riprendere con efficacia le attività di tracciamento dei contagi.
Ai fini delle scelta dei colori e delle limitazioni, il ministero tiene comunque conto del parametro a livello regionale, tuttavia l'indicazione nazionale resta molto significativa e anticipa in qualche modo le tendenze locali. E infatti da lunedì 7 giugno anche Abruzzo, Umbria, Veneto e Liguria dovrebbero entrare in area bianca, seguite, sette giorni dopo, da Lazio ed Emilia Romagna. Sono queste regioni che avrebbero già oggi un'incidenza al di sotto della soglia della zona gialla. Qualche speranza per metà giugno anche per Puglia e Piemonte, ma in questo senso la cabina di regia di domani offrirà indicazioni più certe. Questa mattina, intanto, è stata Mariastella Gelmini, titolare del dicastero per gli Affari regionali, a confermare il deciso miglioramento del quadro epidemiologico e i cambiamenti in atto dalla prossima settimana, invitando però a non abbassare la guardia. Non si tratta, insomma, "di un liberi tutti – sono state le parole del ministro – Ci sono precauzioni che dobbiamo mantenere nella vita quotidiana. Ma si sta andando verso una buona direzione".
Zona bianca: differenze con zona gialla
In zona bianca, dove si riscontra un tasso di incidenza minore ai 50 casi ogni 100mila abitanti, scompare il coprifuoco: si potrà fare rientro a casa senza particolari limiti o imposizioni. In più tutta una serie di riaperture che il governo ha programmato con l'andare delle settimane, in queste zone vengono anticipate. Piscine al chiuso, parchi tematici, centri congressi e termali, per esempio, non dovranno aspettare il 1° luglio ma potranno riaprire da subito.
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