Il Foglio Salute
Podcast e divulgazione scientifica
Uno strumento in crescita e sempre più utile. Consigli di ascolto
Che cos’è un podcast? Si comincia a sentirne parlare già tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio quando la diffusione di programmi di file sharing comincia a consentire la condivisione massiva di dati, ma il termine viene ufficializzato nel 2005 da Steve Jobs ed è la crasi tra iPod, ovvero il lettore portatile mp3 di Apple che fu messo sul mercato per la prima volta nel 2001, e broadcast, cioè la trasmissione di dati, in questo caso audio. Il podcast è dunque, detto in modo molto basico, un contenuto audio che si può ascoltare con un supporto tecnologico. Con l’avvento degli iPhone, e dunque con l’inclusione degli mp3 all’interno del telefono, il prodotto è stato sdoganato ed è arrivato oggi a essere uno strumento di larga diffusione, sia esso la registrazione di un programma da ascoltare on demand, o una produzione originale dedicata a un argomento specifico.
Con uno smartphone e un’applicazione di riferimento, ascoltare podcast è oggi un’azione molto semplice e alla portata di tutti, lo testimonia anche un’indagine di Nielsen riferita al 2020 che racconta che in quell’anno gli italiani che li hanno ascoltati almeno una volta nel corso dell’anno sono stati 13,9 milioni, con un aumento del 15 per cento rispetto al 2019. I podcast hanno una finalità prevalentemente divulgativa e spopolano quelli che riprendono e commentano le notizie di attualità, ma nel corso degli anni i produttori hanno cominciato a rivolgersi a target ben specifici cercando di offrire servizi personalizzati in base alle esigenze, cercando di coprire un pubblico sempre più vasto. Non fa eccezione l’ambito sociosanitario, che trova spazio su diverse piattaforme e con contenuti variegati.
Scientificast (che oggi è un’associazione di promozione sociale) per esempio, è il primo podcast indipendente a tema scientifico in Italia, e tra le diverse sezioni ce n’è una dedicata alla medicina di stampo fortemente divulgativo che consente anche ai meno esperti di cogliere con semplicità i punti chiave di tematiche di interesse generale, ma anche di scoprire curiosità legate al mondo della scienza. Su Storytel è disponibile Ansia? Parliamone, il podcast in sei puntate della psicologa e psicoterapeuta Valeria Locati che affronta alcune delle forme d’ansia più diffuse nella popolazione attraverso la narrazione di storie tratte propria esperienza clinica, alternando il racconto del caso clinico allo sguardo scientifico sul tema. Ogni puntata aiuta ad immedesimarsi nelle vicende narrate, scoprendo dati epidemiologici e trovando spunti di riflessione, aprendo nuovi scenari sugli attacchi di panico, le fobie, l’ansia da separazione e prestazione, la paura di contrarre malattie e quella di stare con gli altri.
E ancora, su Spreaker, la società di medicina diagnostica e terapeutica (SIMEDET) si rivolge agli studenti delle discipline sanitarie con la rubrica Pillole di Medicina che tratta tematiche di semeiotica medica, clinica generale, specialistica e farmacologia pratica offrendo dunque uno strumento utile e da affiancare allo studio personale per approfondire problematiche professionali ricorrenti nella pratica clinica quotidiana. Su Radio24 invece, Nicoletta Carbone parla delle fake news che riguardano i temi della salute e dell’alimentazione. Se è proprio vero che sappiamo di essere quello che mangiamo, pare non sia altrettanto vero che conosciamo quello che mangiamo o come lo mangiamo, visto che spesso notizie senza alcun fondamento vengono prese come oro colato rischiando di fare grandi danni alla salute.
Gli esempi si sprecano e sono la testimonianza di come il podcast sia un elemento di condivisione che comincia a fare gola anche alle aziende come strumento di branding, in virtù di un numero potenziale di soggetti che si può raggiungere. La loro durata di solito contenuta e il fatto che facciano vivere a chi li ascolta un’esperienza dedicata, sono fattori motivanti della loro riuscita. Che si tratti di episodi in serie legati magari a una trasmissione radiofonica, o progetti limitati a un numero di puntate nelle quali esaurire un racconto, sono esperienze la cui fruizione può avvenire in qualunque momento della giornata e in qualsiasi contesto, il che li rende uno strumento in grandissima espansione e al quale bisognerebbe guardare con molta attenzione in virtù del forte potenziale divulgativo.
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