Dopo lo stop agli under 60
AstraZeneca, regioni in ordine sparso sulla seconda dose. Lo strappo di De luca
Confusione in Lombardia e Lazio. Il presidente della Campania: "Da oggi solo Pfizer e Moderna. Nessun mix vaccinale. Aspettiamo risposte dal governo". Speranza: "La nostra posizione è chiara"
La circolare del ministero della Salute che dallo scorso fine settimana ha bloccato le vaccinazioni con AstraZeneca per gli under 60, compresi i richiami per le seconde dosi, non solo ha ingenerato una crescente confusione tra i cittadini ma ha anche innescato alcune polemiche che non accennano ad placarsi. I primi segnali si sono avuti sabato pomeriggio a Roma, quando di fronte alla nuvola di Fuksas alcune persone sotto i 60 anni hanno chiesto di poter ricevere la seconda dose di AstraZeneca senza dover quindi ricorrere ad un vaccino mRna, così come richiamato dal provvedimento del ministero della Salute. Per placare la situazione i medici si sono visti costretti ad uscire all’esterno del centro vaccinale per spiegare alle persone in fila le nuove indicazioni e rassicurarle.
Ancora più curioso quanto accaduto in Lombardia. Qui la direzione regionale del Welfare ha in un primo momento comunicato che "allo scopo di tutelare la salute dei cittadini e garantire i loro diritti” sarebbero stati sospesi cautelativamente i richiami eterologhi, ossia quelli con un vaccino diverso rispetto a quello AstraZeneca utilizzato per la prima dose. A distanza di circa dieci minuti però, la stessa direzione del Welfare, comunicando di aver ricevuto la circolare del Ministero della Salute ed il parere di Aifa, si adeguava alle nuove misure aprendo alla vaccinazione eterologa.
La reazione più drastica si è invece avuta in Campania dove il presidente De Luca ha dettato le ‘sue regole’ vaccinali chiudendo al possibile ‘mix’. “Da oggi, non somministreremo più dosi di vaccino a vettori virali, a nessuna fascia di età. Prosegue la vaccinazione di massa con vaccini Pfizer e Moderna. Chi ha fatto la prima dose di AstraZeneca sopra i 60 anni, può completare il ciclo con una seconda dose Astrazeneca. Per i soggetti sotto i 60 anni (tranne che per chi è alla dodicesima settimana) non si procede alla somministrazione di vaccini diversi dalla prima dose, sulla base di preoccupazioni scientifiche che invieremo al Governo, e rispetto alle quali sollecitiamo risposte di merito, in mancanza delle quali, manterremo la nostra linea di rifiuto del mix vaccinale”.
Tutto questo aveva portato il ministro della Salute Roberto Speranza a richiamare le regioni all’ordine domenica mattina: “Abbiamo un messaggio chiaro su AstraZeneca, cioè evitare l'uso sotto i 60 anni e questo vale sia per la prima sia per la seconda dose e per questo per la seconda dose si useranno vaccini mRna. Questa è una posizione chiara, netta delle nostre autorità e chiediamo alle autorità regionali di allinearsi ai piani nelle prossime settimane”, aveva ribadito Speranza ai giornalisti facendo il punto sulle vaccinazioni alle luce delle nuove indicazioni.
C'è però da dire che la posizione del presidente della regione Campania non sembra poi discostarsi di molto da quanto messo nero su bianco dal Cts nel parere allegato alla circolare del ministero della Salute per quanto riguarda la somministrazione delle seconde dosi. Nel parere infatti è riportato come "i fenomeni tromboembolici sono meno frequentemente osservati dopo somministrazione della seconda dose (secondo stime provenienti dal Regno Unito sono pari a 1,3 casi per milione, valore che corrisponde a meno di 1/10 dei già rari fenomeni osservati dopo la prima dose)”. Viene inoltre ribadito che, ad oggi, in Italia non è stato registrato nessun caso di Vitt dopo la seconda somministrazione di AstraZeneca. Alla luce di queste evidenze, per la raccomandazione del ricorso ad un vaccino mRna per le seconde dosi il Cts si appellava non a caso ad un vago “principio di massima precauzione” e nulla più. Eppure, il vaccino di AstraZeneca resta approvato per tutti i maggiori di 18 anni.
E c’è di più. Nel riassunto delle caratteristiche del prodotto dei vaccini di AstraZeneca, Pfizer e Moderna non viene mai citata la possibilità di ‘mixare’ questi prodotti. Dal punto di vista tecnico quindi si vieta una seconda somministrazione con lo stesso vaccino nonostante le statistiche più che rassicuranti, per obbligare le persone ad un trattamento di fatto off label senza alcuna solida evidenza scientifica a sostegno in quanto a sicurezza ed efficacia. In tutto questo, l’Ema oggi pomeriggio è intervenuta per ribadire, ancora una volta, come la sua posizione normativa su AstraZeneca non sia cambiata e che dunque “il rapporto rischio-beneficio è positivo e il vaccino rimane autorizzato in tutte le popolazioni”. La decisione più opportuna sarebbe forse stata quella di lasciare alle persone la libertà di scegliere, in maniera trasparente ed informata, a quale vaccino ricorrere per le seconde dosi evitando questa netta imposizione che, almeno al momento, ha contribuito solo ad alimentare un clima di confusione ed allarme.