la lettera
Il Lazio va contro il governo sui vaccini: sì alla seconda dose di AstraZeneca per gli under 60
"Abbiamo chiesto all'istituto Spallanzani una verifica sul campo sugli esiti del mix di vaccini. Non possiamo permettere rallentamenti nella campagna vaccinale". Ci scrive l'assessore alla Salute della regione Lazio
Al direttore - Non possiamo permetterci in questa fase rallentamenti nella campagna vaccinale anche alla luce della diffusione delle varianti ed è necessario completare nel minor tempo possibile la copertura. Deve prevalere il razionale, come ha giustamente ricordato ieri il Foglio, e la necessità di fare una grande operazione di divulgazione scientifica, avendo la consapevolezza che occorre spiegare e non imporre per ottenere il consenso.
Prendo atto che la massima autorità nazionale del nostro paese in termini di farmaci, ovvero Aifa, ha autorizzato “off label” i farmaci Cominarty (Pzifer) e Moderna e che pertanto possono essere somministrati come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che hanno effettuato una prima dose di Vaxzevria (Astrazeneca). Il fattore fondamentale è che venga spiegato bene il razionale della terapia. Insomma occorre non imporre ma spiegare, serve per la sicurezza del paziente e per la responsabilità del medico. E’ difficile obbligare a fare un richiamo diverso, bisogna parlare, spiegare, convincere e se al termine il cittadino consapevole vuole completare il percorso con il medesimo farmaco ha il diritto di poterlo richiedere, come di recente ha dichiarato anche il padre della farmacologia italiana Silvio Garattini.
La grandissima parte dei cittadini, nella nostra Regione, sta accettando il mix, ma la gente è disorientata e occorre una grande campagna di divulgazione tecnico scientifica: questo finora è mancato ed è compito dello Stato. Cosi come è necessario chiarire anche sul vaccino Janssen su cui ancora attendiamo risposte ai quesiti sollevati. E’ inutile fare il solito balletto di responsabilità tra stato centrale e organizzazioni territoriali: è il momento di fare squadra. Chi consapevolmente informato desidera completare il percorso terapeutico con Astrazeneca deve poterlo fare senza scaricare le responsabilità sul medico. Decida chi cura. Altrimenti si genera un paradosso: obbligare con ciò che, al momento, è ancora ignoto, rispetto che far scegliere con ciò che è noto e deriva dai trial clinici autorizzati dagli enti regolatori europei. D’altronde è lo stesso Cts a dire che non sono stati registrati casi avversi dopo la seconda somministrazione di Astrazeneca. Bisogna guadagnare la fiducia dei cittadini, qui passa la differenza tra autorevolezza e autorità. L’autorevolezza si guadagna con la trasparenza, ecco perché nella nostra regione sin dall’inizio abbiamo sempre consentito di poter scegliere il sito vaccinale e di conseguenza anche i vaccini autorizzati per quelle classi di età. Siamo stati attaccati ma ritengo che sia stata la scelta giusta visti i risultati raggiunti. Infine abbiamo chiesto all’Istituto Spallanzani di rendersi disponibile per una larga verifica sul campo degli esiti del mix vaccinale ed auspico che Aifa voglia autorizzare questo contributo tecnico. Solo attraverso la metodologia scientifica si superano le legittime preoccupazioni.
*assessore alla sanità Regione Lazio