Errori su Az, obiettivi di vaccinazione e il pericolo Delta. Parla il sottosegretario alla Salute
"L'indicazione di AstraZeneca ai soli over 60 farà slittare l'obiettivo di immunità a fine settembre, circa 20 giorni dopo", dice Andrea Costa
Su AstraZeneca ci sono state delle incertezze che hanno provocato errori di comunicazione e hanno comportato un rallentamento della campagna vaccinale. Ma il termine dell’obiettivo dell’immunità di comunità resta fissato per settembre. Mentre sui tempi di somministrazione delle seconde dosi e sul green pass potrebbero arrivare novità a fronte della presenza della variante delta. Così il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, esponente di Noi con l’Italia, ha fatto il punto sulla gestione dell’epidemia con il Foglio.
Costa innanzitutto chiarisce la situazione sulla carenza di dosi lamentata dalle regioni. “Le Regioni, quando nelle settimane scorse hanno elaborato la piattaforma delle prenotazioni per luglio, avevano tenuto conto della piena disponibilità di quattro vaccini. Eravamo pronti a un’ulteriore accelerazione passando da 500 a 700 mila somministrazioni al giorno. Le nuove indicazioni su AstraZeneca e Johnson & Johnson hanno reso complicato questo obiettivo. A ogni modo, avremo forniture adeguate per mantenere la media delle 500 mila dosi al giorno”, spiega il sottosegretario.
Il caos su AstraZeneca ha quindi comportato un rallentamento, e sul punto Costa non si tira indietro dal fare autocritica: “Sul piano della comunicazione qualche errore è stato commesso, e sicuramente si è creato un clima di incertezza che ha portato a una diffidenza da parte dei cittadini sull’utilizzo di AstraZeneca”. L’obiettivo dell’immunità di comunità resta però fissato a settembre: “Contavamo di arrivare all’immunità di comunità intorno ai primi di settembre – sottolinea –. L’indicazione di AstraZeneca ai soli over 60 ci porterà a spostare il traguardo a fine settembre, slitterà di circa 20 giorni”.
Alla luce dell’attuale quadro epidemiologico che ha visto il quadruplicarsi in Italia della presenza variante “delta” nell’ultimo mese, non si escludono alcune novità, a cominciare dai tempi delle seconde dosi: “Si potrebbero accorciare i tempi previsti per la somministrazione delle seconde dosi dei vaccini. Questa è una riflessione di buon senso che andrà fatta se verrà dimostrata la minore efficacia di una singola dose contro la nuova variante. Siamo di fronte a un virus dinamico che cambia di continuo gli scenari e anche i provvedimenti devono essere altrettanto dinamici. Il Comitato tecnico scientifico (Cts) sta facendo le sue valutazioni, se arriveranno indicazioni diverse dalle attuali saremo pronti ad accoglierle”.
Quanto al green pass, invece, “potrebbe essere riconosciuto solo dopo la somministrazione della seconda dose. Anche in questo caso dobbiamo essere pronti ad accogliere le valutazioni del Cts qualora dovesse emergere che, soprattutto per determinate fasce d’età, la variante Delta possa creare pericoli con una sola dose di vaccino”, spiega. Sempre in tema di green pass e spostamenti, Costa invia poi un messaggio ai tifosi inglesi attesi a Roma per la partita degli Europei di calcio: “Restate a guardare la partita in Inghilterra, perché chiunque partirà dovrà sottoporsi a 5 giorni di quarantena. Su questo dobbiamo essere assolutamente rigidi facendo rispettare l’ordinanza”.
Il sottosegretario non è invece al momento preoccupato per quei 2,4 milioni di over 60 che ancora non si sono sottoposti a vaccinazione. “A oggi abbiamo ancora tanti italiani disponibili a vaccinarsi. Anche i più scettici dovranno rendersi conto che l’unica via di uscita da questa pandemia sono i vaccini. E’ chiaro che, qualora dovesse emergere un dato di fronte al quale le rassicurazioni non ottenessero i risultati sperati, la politica dovrà fare altri tipi di valutazioni. Ci auguriamo non ce ne sia bisogno”.
Infine, sul tema della liberalizzazione dei brevetti, il sottosegretario ha le idee chiare. “Domani andrò a discutere di questo a un incontro organizzato da Boehringer Ingelheim (una casa farmaceutica, ndr) con Formiche. Guai a creare una contrapposizione tra pubblico e privato. Liberalizzare i brevetti non serve a nulla se non ci sono poi le tecnologie e il know-how per realizzarli. Non si deve ideologizzare il tema. Ci potrebbero essere mediazioni, penso alle sospensioni temporanee per affrontare emergenze sanitarie, ma guai a non tutelare il privato che ha investito in ricerca e ci ha permesso di ottenere i vaccini”.
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