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La variante Delta fa crescere la curva dei contagi anche in Italia
I principali indicatori salgono leggermente: Rt a 0,66 e incidenza a 11 casi ogni 100 mila abitanti
Dalla Cabina di regia un nuovo invito a "tracciare, sequenziare e completare le vaccinazioni". Positivi tre giornalisti che seguono la nazionale. Focolaio tra giovani dopo una vacanza in Puglia
Dopo settimane caratterizzate da un miglioramento continuo, gli indicatori della pandemia peggiorano leggermente, pur restando comunque molto bassi e sotto controllo: l'Rt, l'indice di trasmissibilità, sale a 0,66 (calcolato nel periodo 16-29 giugno) rispetto allo 0,63 di venerdì scorso. Allo stesso modo si ferma il calo dell'incidenza che oggi viene stimata a 11 casi ogni 100 mila abitanti, contro i 9 dello scorso monitoraggio.
Intanto, la circolazione della variante Delta è in aumento, si legge nella bozza dell'analisi del monitoraggio della Cabina di regia, per cui “è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi”, oltre “raggiungere una elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione”. La situazione è dunque sotto controllo, ma va monitorata con attenzione alla luce delle notizie che arrivano dagli altri paesi europei, dove la cosiddetta variante indiana continua a crescere nelle percentuali facendo aumentare anche i contagi. Per misurare l'impatto che questa variante ha nel nostro paese, saranno cruciali le prossime settimane: l'indice Rt odierno è infatti calcolato solo sui casi sintomatici e fotografa la situazione di due settimane fa, mentre negli ultimi due giorni i positivi sono stati più di mille (ieri 1.394, ma con nessun nuovo ingresso in terapia intensiva e nei reparti ordinari).
In questo quadro, ricostruisce ancora il documento al centro della riunione dei tecnici dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute, Abruzzo, Campania, Marche, Bolzano, provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia e Veneto sono “classificate a rischio moderato”, mentre per tutti gli altri territori il rischio è considerato basso. Una situazione in ogni caso compatibile con la “zona bianca”: nessun territorio registra un'incidenza al di sopra di quei 50 casi ogni 100 mila che determina misure di restrizione. Non ci saranno quindi nuove ordinanze. E anche sul fronte ospedaliero la tendenza è positiva e in miglioramento: nessuna regione ha numeri critici, mentre a livello nazionale il tasso di occupazione delle terapie intensive è stimato al 2 per cento, così come quello dei ricoveri (i livelli d'allerta sono fissati rispettivamente al 30 e al 40 per cento).
Focolaio dopo una vacanza in Puglia: almeno 34 positivi
34 ragazzi, tra i 17 e 19 anni, sono risultati positivi dopo una vacanza trascorsa a Ippocampo, nei pressi di Manfredonia nel foggiano. Il focolaio scoppiato all'interno di un campeggio ha coinvolto turisti dalla Lombardia, dalla Campania, dal Lazio e dalla stessa Puglia. L'allarme era scattato a fine giugno, quando alcuni tra questi giovani hanno iniziato a manifestare lievi sintomi, per cui sono stati effettuati circa 400 tamponi in tutta Italia, oltre all'indagine epidemiologica all'interno del campeggio dove ha avuto origine il cluster. Le verifiche e le attività di tracciamento dei contatti continuano in queste ore, condotte dal ministero della Salute e dalle aziende sanitarie locali.
Allarme a Coverciano: positivi 3 giornalisti che seguono la nazionale
Tre giornalisti sarebbero risultati positivi al Covid questa mattina, tra questi anche Alberto Rimedio telecronista Rai che segue le partite dell'Italia. In queste ore sono in corso ulteriori controlli e nel caso in cui la positività dovesse essere confermata dai tamponi molecolari, sarà un'altra la voce che racconterà la finale di Wembley. Intanto, la Federcalcio ha attivato le procedure di sanificazione del centro di Coverciano, ma non dovrebbero esserci rischi per squadra e staff. Anche la tv pubblica ha disposto controlli per tutto il gruppo impegnato a seguire l'Europeo.
Pfizer studia un vaccino contro la variante Delta e chiede il via libera per la terza dose. Ma le agenzie regolatorie Usa frenano: “Non serve”
Pfizer-Biontech ha annunciato una nuova serie di sperimentazione tese a sviluppare una versione “aggiornata” del vaccino, efficace contro la variante Delta: i trial inizieranno ad agosto. Oltre a questo, le aziende farmaceutiche hanno reso noto, sulla base di nuovi studi e “dati incoraggianti”, che una terza dose del vaccino, da somministrare 6 mesi dopo l'ultima inoculazione, aumenterebbe gli anticorpi da 5 a 10 volte, rispetto a quelli sviluppati dopo due somministrazioni. Pfizer e Biontech hanno anche comunicato l'intenzione di chiedere alle autorità regolatorie americane l'autorizzazione per distribuire questa ulteriore dose di vaccino, che ancora non è prevista da nessun protocollo.
Dalle agenzie governative Usa tuttavia è arrivata una risposta negativa, sottolineando i bassi rischi di infezione per le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, anche rispetto alla variante indiana. In un comunicato congiunto la Food and Drug administration (Fda) e il Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno spiegato che per ora "non serve la somministrazione di una terza dose” e che le agenzie prenderanno ogni decisione sulla base delle evidenze scientifiche, prima ancora che sulle indicazioni delle case farmaceutiche.