Corsa contro il tempo
Coprifuoco, pass, test (anche autotest). La richiusura del Portogallo
“La situazione è preoccupante”, dice il presidente dell’Ordine nazionale dei medici lusitani. Aumentano positivi, ricoveri e terapie intensive: così il premier Costa è stato costretto a interrompere il programma di riaperture partito ad aprile
Il Portogallo affronta un’estate in zona rossa, aumentano i casi positivi, i ricoveri e le terapie intensive: il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha definito il paese, assieme alla Spagna, le uniche zone rosse nella mappa europea della diffusione del virus. La scorsa settimana ci sono stati oltre tremila nuovi casi al giorno e 729 persone sono attualmente ricoverate in ospedale. Il governo socialista di António Costa, che ad aprile aveva avviato un programma di riaperture, ha imposto nelle ultime settimane nuove limitazioni alla circolazione.
“La situazione è preoccupante”, dice al Foglio Miguel Guimarães, presidente dell’Ordine nazionale dei medici, “c’è un forte impatto sugli ospedali ma la vaccinazione è incredibilmente efficace. La variante Delta è due volte più contagiosa e senza i vaccini ci saremmo trovati in una situazione molto più grave. Invece, nonostante l’incidenza tra le più alte in Europa, riusciamo a tenerla più o meno sotto controllo”. Il ministero della Salute ha annunciato che il 70 per cento della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino grazie a un’accelerazione eccezionale negli ultimi giorni, mentre, secondo i dati, i completamente vaccinati sono appena sotto il 40 per cento. Graça Freitas, capo della direzione generale della Salute, ha dichiarato che per un allentamento delle misure bisognerà aspettare settembre quando il 70 per cento della popolazione sarà totalmente vaccinato. Secondo Freitas solo lo 0,1 per cento di chi ha ricevuto entrambe le dosi ha contratto il virus. “La vaccinazione prosegue con successo – spiega Guimarães – ma il dato dei completamente vaccinati è ancora troppo basso e quello che sta succedendo ci dimostra che una sola dose non è sufficiente”.
Ti piace questo articolo? Il Foglio ti può offrire tante altre letture interessanti. ABBONATI
Nell’ultimo mese il numero dei nuovi casi per 100 mila abitanti è aumentato di sei volte nella fascia d’età tra 0 e 9 anni, e sono quintuplicati i casi tra i giovani della fascia di età 20-29. “Il profilo del paziente tipo è cambiato – prosegue Guimarães – Ci sono più giovani, alcuni con forme gravi, ma la mortalità è ridotta”. Dopo l’avvio del piano di “desconfinamento” di aprile, a partire dalla seconda metà di maggio si è assistito a un aumento di casi. Il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, a metà giugno aveva smentito l’idea di fare passi indietro nel processo di riapertura, aprendo un conflitto, poi definito “malinteso”, con il primo ministro Costa, più deciso a intervenire con misure restrittive. Queste misure in un primo momento avevano interessato soltanto l’area metropolitana di Lisbona e la regione della Vale do Tejo, con limitazioni alla circolazione in entrata e in uscita durante il fine settimana. Il tentativo di contenere la diffusione del virus nelle zone più colpite in pochi giorni si è rivelato insufficiente.
Così, a partire dal fine settimana appena trascorso, i 60 comuni considerati a rischio elevato o molto elevato devono rispettare il coprifuoco dalle 23 alle 5 e sono previste regole diverse nei fine settimana, tra cui un test negativo per entrare all’interno dei ristoranti nelle zone a rischio, mentre negli alberghi in tutto il paese ogni giorno della settimana, e la possibilità di effettuare un autotest in presenza degli addetti dei locali. “Gli autotest non sono affidabili – aggiunge Guimarães – possono dare una falsa percezione di sicurezza. È fondamentale che i test siano disponibili ed effettuati da professionisti della sanità”.
La ministra della Salute, Marta Temido, ha difeso le scelte del governo parlando di “corsa contro il tempo” e non escludendo nuove misure nelle prossime settimane perché i casi potrebbero raddoppiare. “La comunicazione del governo non può cambiare ogni settimana e prevedere differenze nei weekend lasciando circolare il virus durante la settimana – conclude il presidente dell’Ordine dei medici – Più che chiudere tutto è necessario dare comunicazioni chiare ai cittadini, controllare il rispetto delle regole, proseguire con la vaccinazione e testare”.