cattivi scienziati
Diffidare dei cialtroni no mask come Harald Walach
L'idolo dei negazionisti resta garanzia di pseudoscienza anche con il suo lavoro sulle mascherine. E intanto l’Università polacca di Poznan, cui era affiliato, ne ha preso pubblicamente le distanze e ha rescisso il contratto
A suo tempo, abbiamo già discusso dei problemi del buffonesco studio di Harald Walach sulla letalità dei vaccini contro Sars-CoV-2, studio poi ritrattato. Fallita la carriera come idolo dei no vax in tempo di Covid, l’insigne vincitore 2012 del premio austriaco per la peggior pseudoscienza aveva tuttavia ancora una possibilità con i no mask: un lavoro del 30 giugno, pubblicato oltretutto dall’importante rivista Jama Pediatrics, ove si dava per dimostrato tramite un “clinical trial randomizzato” (le virgolette servono, come vedremo) che i livelli di anidride carbonica inalati dai bambini che indossavano la mascherina a scuola erano inaccettabilmente alti, molto al di sopra di quanto consentito dal legislatore in Germania.
Le premesse di questo nuovo contributo del nostro erano piuttosto semplici: secondo le misure effettuate e descritte nel lavoro, la concentrazione di CO2 respirata dai bambini era molto maggiore di 2.000 parti per milione, che è il massimo accettato in Germania, e per questo motivo, ovviamente, come la politica vaccinale nel famoso articolo ritrattato, così anche quella inerente l’uso delle mascherine, almeno nelle scuole, andava ripensata. Ma il nome di Walach, come ormai i miei lettori dovrebbero sapere, assomiglia ad una garanzia di cattiva scienza e di pseudoscienza; e così è anche nel caso di questo lavoro sulle mascherine.
Il metodo di misura dell’anidride carbonica al di sotto della mascherina, in particolare, è risultato completamente inattendibile: per esempio, il campionamento era così lento da non distinguere tra l’aria inspirata (ove si intende misurare l’anidride carbonica) e quella esalata dal bambino (ove sono attese alte concentrazioni di CO2, ovviamente). Questa confusione potrebbe essere superata misurando la saturazione di ossigeno del sangue, con quei piccoli saturimetri portatili che tutti abbiamo imparato a conoscere, che pinzano un dito per pochi secondi; nel lavoro si citano le misure, ma guarda caso non sono riportate né discusse – perché non avrebbero mai confermato la tesi degli autori. Inoltre, la concentrazione dell’anidride carbonica è stata calcolata riferendola al volume della mascherina; ma, in realtà, questo volume è solo una frazione della reale aria inspirata, che filtra attraverso i pori della mascherina, e dunque il calcolo è completamente e fatalmente erroneo.
Queste ed altre fondamentali sciocchezze nell’articolo in questione hanno fatto rivoltare la comunità scientifica, che si è espressa immediatamente sia sui social media (come ormai accade frequentemente), che direttamente nei commenti in calce alla versione online del lavoro. Bene; il 16 luglio, una settimana fa, l’articolo è stato ritrattato dalla rivista, dopo una “note of concern”; anche in questo caso, grazie alla vigilanza di ricercatori esperti, e non di due o tre revisori anonimi presi a caso, le millanterie pubblicate su una rivista scientifica pur prestigiosa hanno avuto vita breve.
Naturalmente, i no-brain dell’universo social continueranno all’infinito a ripetere le favolette raccontate loro da Walach, e quindi forse da questo punto di vista le ritrattazioni delle sue sciocchezze non gli hanno impedito di raggiungere il suo affezionatissimo pubblico, cui certamente continuerà a vendere fesserie. Tuttavia, nel frattempo, a seguito della ritrattazione del primo dei suoi articoli fraudolenti, quello sulla letalità dei vaccini, e soprattutto a seguito dell’ondata di reazioni dei ricercatori, l’Università polacca di Poznan, cui Walach era affiliato, ne ha preso pubblicamente le distanze e ha rescisso il contratto, comunicando via tweet (!) che l’affiliazione del dr. Walach è stata rescissa.
Così, prima avevamo un idolo per i cialtroni; adesso, abbiamo un san cialtrone martire, il quale però almeno non può più vantare titoli accademici per incantare il suo uditorio.
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