Il Foglio Salute
Il benessere del paese a cui il governo deve guardare
Inizia la stagione delle riforme. Le sfide dell’esecutivo guidato da Mario Draghi per curare il malato-Italia
Giustizia, diritti, economia tra fisco e pensioni. Questa l’imminente stagione delle riforme che si annuncia, e in parte già avviata, su fronti che con la nostra salute e quella del sistema-paese hanno molto a che fare. In che termini? Sono ormai annose questioni quali la giustizia, dai processi alla separazione delle carriere, il godimento di pieni diritti da parte di ogni cittadino e la garanzia, a suo favore, di un’economia competitiva, di un fisco equo e di un futuro garantito dal frutto del proprio lavoro. Una sintesi che spiega e introduce le ragioni dell’importanza dei mesi che la politica si appresta ad affrontare. Su tutti Mario Draghi sembra mostrare idee molto chiare o, nel rispetto delle prerogative parlamentari, un atteggiamento di vigile osservanza, silenziosa ma non per questo inattiva. Per il resto, sembra essere la stagione della “sintesi”, ovvero di quel momento di condivisione a tante riprese tirato in ballo dall’emergenza e che ora, sul palcoscenico politico, sancirà l’efficacia dell’azione riformista.
Sintesi sul fronte della giustizia, dove le intenzioni del ministro Cartabia dovranno tener conto delle istanze di alcuni partiti, nonché porgere in qualche misura l’orecchio alla magistratura che ha visto sollevare, tra le voci più forti, quelle di Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, e Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrosimo. Da un lato, infatti, c’è l’evidente intenzione di chi propone la riforma di accelerare i tempi della giustizia e i processi, con i tempi di una prescrizione che, dall’altro fronte, vengono invece considerati eccessivamente esigui al punto da non accelerare ma eliminare dei processi. Una soluzione che sembra speculare a quella dei diritti, del tanto discusso ddl Zan, che con gli oltre 1.000 emendamenti presentati mostra tutta la necessità di un concertazione che sembrerebbe scontata, ma pare non esserlo assolutamente. Anche qui un nuovo banco di prova non solo per la tenuta di una maggioranza, per la qualità del loro di un parlamento, ma anche della capacità di distinguere e mettere al centro i reali obiettivi dell’azione politica rispetto alla volontà di vedersi intestata la vittoria di una battaglia politica. La negoziazione pare ragionevole e, se sui vari fronti vogliamo lasciare libertà di valutazione, è su un principio – proprio per il bene(ssere) di tutti – che bisogna concentrarsi: la necessità di una legge di proporre realmente nuovi diritti, o nuove tutele a diritti universali, e non reati soggettivi o scontri ideologici di cui, francamente, in un momento storico come l’attuale si avverte realmente poco il bisogno.
È il momento – veniamo al terzo pilastro delle riforme – del benessere socio-economico da garantire, non solo per gli anni ma per le ore e i giorni a venire, critici come sono. A Palazzo Chigi si è insediata una task force economica che ci auguriamo metterà al centro delle riflessioni la questione del fisco: la progressività del sistema attuale sembra da rileggere in modo piuttosto sollecito con la carta costituzionale alla mano. Un caso su tutti, quello delle partite iva che, con differenze anche di un solo euro di fatturato, vedono l’uscita da un regime agevolato e con l’accesso in uno ordinario che, in soldoni, significa anche raddoppiare l’entità della pressione fiscale che li grava. Senza parlare, per guardare al di la del tavolo, del cuneo fiscale a scapito di quelle imprese che sono il volano della ripartenza: è da questi sgravi, non dall’assistenzialismo, che riparte un sistema. E siamo rassicurati dal fatto che lo sappia bene chi al Governo oggi si occupa di economia.
Ultimo oggetto del contendere, le pensioni. Non tanto per aspetti di merito ma, in queste ore, per il nome di Elsa Fornero come membro della sopra citata task force. Un nome che la Lega chiaramente non vede di buonissimo occhio, come noto anche prima delle dichiarazioni piccanti rilasciate da Salvini. E considerato che si scriviamo sulla carta di un quotidiano, in tale ambito, ci sentiamo di menzionare le sorti di un ente come l’Inpgi in una condizione di dissesto piuttosto evidente. Permettendoci di ricordare che pensione significa vita del futuro. Se non è salute questa.
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