"La guerra è cambiata". Cosa dice il documento dei Cdc americani sulla delta
La variante "indiana" può causare forme di Covid più gravi ed è estremamente trasmissibile. I vaccini continuano a funzionare ma si sta pensando a come mitigare la circolazione del virus
"La guerra è cambiata". Così i Cdc americani, in un documento anticipato oggi dal Washington Post, sintetizzano l'attuale situazione epidemiologica venutasi a verificare con la diffusione della variante delta del Covid. La nuova variante , avvertono, può causare forme di malattia più gravi rispetto alla quella alpha ed è estremamente trasmissibile, più del virus ebola e del comune raffreddore. A livello di trasmissibilità viene accomunata alla varicella. Ma i vaccini continuano a funzionare: il rischio di malattia grave o morte è ridotto di 10 volte o più nei vaccinati rispetto ai non vaccinati, mentre il rischio di infezione è ridotto di 3 volte nei vaccinati.
Sulla base di alcuni dati preliminari, ancora da verificare, nel documento si spiega come le persone vaccinate positive alla variante delta sembra possano essere in grado di trasmettere il virus con la stessa facilità di coloro che non sono vaccinati. Le persone vaccinate infette avrebbero cariche virali simili a quelle dei soggetti non vaccinati. La variante Delta, come dicevamo, può causare forme di malattia più grave e, per dimostrarlo, vengono citati i casi registrati in Canada, Singapore e Scozia dove sono stati rilevati tassi più elevati di ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva e decessi rispetto a quelli registrati con la variante alpha o con il ceppo originario di Wuhan.
I vaccini funzionano anche contro la variante delta del Covid
Quanto all'efficacia dei vaccini, con due dosi di Pfizer si ottiene una copertura dal rischio di ospedalizzazione e morte che oscilla dal 96 per cento rilevato da Inghilterra e Scozia al 100 per cento del Canada, fino al 93 per cento in Israele. Maggiore la forchetta invece per quel che riguarda la prevenzione dell'infezione: in Inghilterra e Scozia si arriva al 79 per cento, in Canada al 87 per cento e in Israele al 64 per cento. In sintesi, quello che emerge dal documento del Cdc Usa è l'alta contagiosità della variante, la maggiore gravità delle patologie correlate all'infezione e la possibilità di trasmissione del virus anche da parte dei soggetti vaccinati. Come già sapevamo, inoltre, l'efficacia del vaccino è superiore al 90 per cento nel prevenire ospedalizzazioni e morte, ma può essere più bassa nel prevenire l'infezione e la sua trasmissione.
Alla luce di tutto questo il Cdc suggerisce alcune azioni, a cominciare da quell'utilizzo di mascherine definito "essenziale". E poi, valutare la possibilità di vaccinare la popolazione più vulnerabile probabilmente con una terza dose di vaccino, anche se il documento non è espicito sul punto. Infine, l'invito è a riconsiderare altre strategie di mitigazione della circolazione del virus.