cattivi scienziati
Fede no vax. Quando l'estremismo religioso rafforza l'antiscientismo
Ricchi o poveri, così le credenze religiose determinano il comportamento dei fedeli, mettendo a rischio la salute e la campagne vaccinali in tutto il mondo
In questa rubrica, i lettori hanno spesso potuto leggere del rapporto tra memi umani pericolosi – concetti rapidamente diffusibili nelle popolazioni umane, i quali possono predisporre a comportamenti erronei – e geni di parassiti, in particolare di Sars-Cov-2, ma anche di Xylella e di altri, che hanno potuto sfruttare idee sbagliate e diffuse in ambienti culturali predisponenti, per diffondersi meglio e più rapidamente.
Fra gli esempi che vale la pena considerare, vi è una categoria di memi che vale la pena di osservare con maggiore attenzione. Si tratta delle credenze religiose, le quali hanno una presa molto forte e hanno valore prescrittivo, nel senso che determinano il comportamento degli esseri umani che ne sono portatori. All’inizio dell’epidemia, si ricorderà che le cerimonie religiose di una particolare setta coreana, la chiesa di Gesù di Shincheonji, divennero l’innesco principale dell’epidemia in Corea; sebbene questo fosse ovviamente un fatto accidentale, perché qualunque congregazione di un numero elevato di individui, in assenza di conoscenze del virus, avrebbe potuto essere un fattore importante nella propagazione iniziale, non tutti sono a conoscenza del fatto che, per motivi religiosi, il leader di quella setta si oppose all’efficiente programma di tracciamento del governo coreano. L’ottantottenne Lee Man-hee, a causa delle sue credenze, convinse i suoi fedeli a sottrarsi al tracciamento, in un periodo in cui non vi erano vaccini e il contenimento con misure non farmacologiche era l’unico che poteva contrastare un virus allora sconosciuto nei suoi effetti e nelle sue dinamiche; e si dovette arrivare all’arresto, all’inizio di agosto di un anno fa.
Si potrebbe pensare che il caso coreano sia il caso di un estremista religioso isolato, ma non è così: a gennaio, il leader religioso supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha bandito l’importazione di vaccini fatti in Usa e in Inghilterra, stabilendo che sono inaffidabili e che potrebbero propagare l’infezione. L’azione politica di quel leader ha fatto ovviamente leva sulla religione iraniana, e sui memi ad essa legati; il risultato è stata una campagna di vaccinazione lentissima, con meno del 4 per cento degli 83 milioni di cittadini attualmente vaccinati, e un tasso di infezione attuale in Iran di una persona ogni due secondi, con un nuovo morto osservato all’incirca ogni due minuti, ospedali in crisi e sanità allo sbando.
In Tanzania, il residente Maugufuli, poi morto di Covid, si oppose ad ogni misura di contenimento e all’uso dei vaccini che il suo ministro per la salute cercava di promuovere, dichiarando fra l’altro: “Abbiamo vissuto per oltre un anno senza il virus perché nostro Signore è potente e Satana fallirà sempre”. Anche nei paesi cosiddetti avanzati l’estremismo religioso è usato per rinforzare l’antiscientismo. Negli Usa, un sondaggio del Pew Research Center condotto a febbraio ha rilevato che gli evangelici bianchi sono il gruppo religioso che maggiormente si oppone alla vaccinazione contro SARS-CoV-2. Quasi la metà (45 per cento) ha dichiarato che non si sarebbe vaccinato contro il COVID-19, rispetto al 30 per cento della popolazione generale, e rispetto alla maggiore propensione assoluta di chi si dichiara ateo.
Fra gli evangelici bianchi, alcuni gruppi sono arrivati a dichiarare che il vaccino è “il marchio della bestia”, il che naturalmente ha scatenato l’indignata risposta di altri religiosi.
L’obiezione religiosa, in paesi come gli Usa, può ancora essere riconosciuta come un motivo legalmente valido per l’obiezione vaccinale; il che, ovviamente, dimostra quale sia la potenza delle false credenze come varianti mentali accessorie alle varianti virali. Negli Usa, si è arrivati al punto che un gruppo di arcivescovi ha alimentato i dubbi dei fedeli sui vaccini, mettendo in questione la moralità dell’utilizzo di vaccini sviluppati attraverso l’utilizzo di linee cellulari originariamente derivate da embrioni umani. Del resto, negli Usa, una più pronunciata ed estrema religiosità individuale è risultata associata con un maggior numero di credenze erronee circa la pandemia, oltre che storicamente con una maggiore sfiducia nella scienza. Ci è quindi voluto l’intervento del Vaticano e del Papa per spegnere le obiezioni alla vaccinazione almeno nella comunità dei cattolici, richiamando l’attenzione sull’opportunità e sull’utilità della vaccinazione; ma il nazionalismo cristiano bianco permane come uno dei fattori unificanti dell’opposizione al vaccino.
Né ci si limita ai credenti cristiani: sempre in Usa, un dibattito tra diverse autorità islamiche sembra rispecchiare quanto è avvenuto nella chiesa cattolica, con i fedeli confusi e in dubbio circa la possibilità di vaccinarsi e preservare la propria religione. Ora, il problema risiede naturalmente non nelle credenze religiose in sé, ma nel fatto che queste, se estremizzate e se caricate di scopi politici (come ad esempio in Iran, ma anche come nell’ultradestra religiosa bianca americana), possono essere usate per produrre leve mentali estremamente potenti, in grado di favorire la diffusione del virus sia attraverso il negazionismo, sia attraverso la credenza che le misure preventive, tanto quelle vaccinali che quelle non farmacologiche, siano opera di entità malevole, cui il religioso deve opporsi in nome del bene.
Le credenze religiose sono parte costitutiva della spiritualità di troppi esseri umani, perché si possa ignorare il loro peso nel determinarne il comportamento; è quindi essenziale, se si vuole raggiungere un tasso di vaccinazione sufficiente, che vi sia una collaborazione fra sanità pubblica e autorità religiose, volta a scardinare gli usi impropri delle fedi religiose, oltre che per fermare la strumentalizzazione da parte di guru no-vax di ogni specie, pronti a cavalcare qualunque cosa sia utile per affermare la propria, di religione.
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