Anche la Germania ora vaccina i suoi ragazzi
Berlino segue il modello Roma e consiglia il vaccino agli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni. Con buona pace di Salvini e Meloni
Dopo quanto già fatto con l’estensione del green pass, la Germania segue l’Italia anche sulle vaccinazioni contro il Covid per i più giovani, raccomandandole per gli adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni. Il cambio di rotta, spiega la Commissione permanente sulle vaccinazioni (Stiko), è dovuto all’arrivo di nuovi dati, in particolare dal programma di vaccinazione statunitense con quasi 10 milioni di bambini e adolescenti vaccinati.
Inizialmente, almeno fino allo scorso 10 giugno, la Commissione tedesca raccomandava le vaccinazioni per gli adolescenti solo in presenza di determinate situazioni cliniche, come ad esempio la presenza di malattie pregresse con un aumentato rischio di decorso della malattia grave o per vulnerabili senza un’adeguata protezione immunitaria.
Dalle nuove informazioni provenienti dagli Stati Uniti si è potuto constatare che la “rarissima infiammazione del muscolo cardiaco osservata a seguito della vaccinazione, specialmente nei giovani maschi vaccinati, deve essere considerata come un effetto collaterale della vaccinazione. Nella maggior parte dei casi, i pazienti con queste miocarditi sono stati ricoverati in ospedale, ma hanno avuto un decorso semplice a seguito di cure mediche appropriate”. Viene inoltre sottolineato come “recenti studi indicano che il coinvolgimento cardiaco può verificarsi anche a causa del Covid. Inoltre, finora non si sono verificati segnali di ulteriori effetti collaterali gravi dopo la vaccinazione con mRna (Pfizer e Moderna), specialmente nei bambini e negli adolescenti”.
Ulteriore elemento di valutazione che ha fatto propendere la Stiko per la scelta di raccomandare il vaccino ai più giovani riguarda poi la variante delta ora dominante. “Questa ha mostrato che esiste un rischio significativamente più elevato di infezione da Sars-CoV-2 in una possibile quarta ondata di infezioni per bambini e adolescenti. Rimane incerto se e per quanto tempo il Covid si manifesti nei bambini e negli adolescenti”. La conclusione della Commissione tedesca è che, secondo lo stato attuale delle conoscenze, “i vantaggi della vaccinazione superano il rischio di effetti collaterali molto rari del vaccino” anche per gli adolescenti di questa fascia d’età. La raccomandazione per i giovani dai 12 ai 17 anni è principalmente finalizzata alla protezione dal Covid e dalle conseguenze psicosociali associate. In ogni caso si sottolinea come “la vaccinazione deve continuare a essere effettuata previo parere medico sui benefici e sui rischi”. Quanto alle implicazioni relative al green pass, la Stiko si dichiara “espressamente contraria a fare delle vaccinazioni un prerequisito per la partecipazione sociale dei bambini e degli adolescenti”.
Il dietrofront tedesco è un duro colpo per la retorica sovranista che da settimane si batteva contro la “follia” della vaccinazioni ai più giovani, prendendo proprio la Germania come esempio da seguire. In meno di una settimana, prima con l’estensione del green pass e ora con la raccomandazione dei vaccini anche per gli adolescenti, sembrano essere venuti meno un po’ tutti gli argomenti chiave utilizzati dagli oppositori interni ed esterni al governo per attaccare la politica vaccinale italiana. L’ultimo loro appiglio resta quello del Regno Unito. Ma anche in questo caso potrebbe arrivare a breve un aggiornamento sull’attuale posizione.
A oggi la Joint Committee on Vaccination and Immunisation (Jcvi), in attesa di analizzare nuovi dati, ha esteso la raccomandazione a tutti i ragazzi di età compresa tra 16 e 17 anni (prima era solo per gli ober 18) di una prima dose di vaccino Pfizer e due dosi per i soggetti più a rischio. Quanto ai ragazzi tra 12 e 15 anni, il vaccino viene raccomandato a coloro che hanno condizioni di salute di base specifiche che le mettono a rischio di sviluppare forme gravi di Covid. A queste “dovrebbero essere offerte due dosi di vaccino Pfizer con un intervallo di 8 settimane tra le dosi”. Questo include attualmente bambini con neuro-disabilità gravi, sindrome di Down, ragazzi immunodepressi, con disabilità di apprendimento profonde e multiple (Pmld), e disabilità di apprendimento gravi. La vaccinazione viene raccomandata anche agli over 12 con familiari immunodepressi. La Jcvi sottolinea infine come “si stanno accumulando ulteriori dati ed esperienze relativi alla vaccinazione di persone di età compresa tra 12 e 15 anni. Anche l’attuale epidemiologia di Covid nel Regno Unito sta cambiando rapidamente. Jcvi considera questi fattori importanti nel determinare l’equilibrio complessivo danno-beneficio relativo alla vaccinazione di soggetti sani di età compresa tra 12 e 15 anni”.
E dunque, anche nel Regno Unito non si esclude una revisione delle decisioni attualmente previste per i più giovani alla luce dei nuovi dati che si stanno via via accumulando, esattamente come accaduto in Germania. Con buona pace della retorica sovranista.