editoriali
La svolta No vax dei sindacati
Dopo la scuola anche i metalmeccanici preferiscono l’irresponsabilità alla sicurezza
In un comunicato congiunto le segreterie nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm, a nome delle “lavoratrici e dei lavoratori di Leonardo”, si scagliano contro il green pass per l’accesso alla mensa aziendale descritto come l’avvio di “un processo devastante di decisioni per decreto che modificano in senso discriminatorio il mondo del lavoro”. A parte l’incoerenza patologica e insanabile del sindacato, che prima rifiuta la contrattazione decentrata e aziendale dicendo che sul green pass deve decidere il governo e poi quando il governo decide si scaglia contro, ciò che sorprende è l’uso degli argomenti, che pescano a piene mani dall’armamentario No vax.
I sindacati ad esempio affermano che “in assenza di vaccini e con una diffusione virale multipla di quella odierna”, grazie ai protocolli di sicurezza, non ci sono stati problemi a lavorare fianco a fianco e a mangiare in mensa. Come dire che, dal punto di vista sanitario e della sicurezza sul lavoro, i vaccini sono inutili.
Inoltre, dicono sempre i sindacati, i vaccini “non sono una cura definitiva”: un’affermazione ridicola, in primo luogo perché i vaccini non sono affatto una cura (prevengono la malattia) e in secondo luogo perché sono senza ombra di dubbio l’arma più efficace contro il Covid. A fianco di queste sciocchezze, i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil parlano di “cure farmacologiche per malattie lievi”, dicono che “a ottobre saranno disponibili trattamenti monoclonali”, non avendo la minima idea del costo di queste terapie e del ruolo di un vaccino rispetto a un’epidemia. La realtà è che, proprio come sul fronte politico fanno Salvini e Meloni, su quello sindacale Landini e compagni usano pretestuosamente una serie di argomenti incoerenti per lisciare il pelo alla loro base No Vax. Ma si tratta di una logica irresponsabile che, per rincorrere le paranoie di una minoranza e frenare la concorrenza di sigle sindacali come Usb e Cobas, sacrifica la salute pubblica e il diritto di tutti i lavoratori a un luogo di lavoro più sicuro.