Dalla bidella di Torino ai politici di Lega e Fdi, fino ai professori dell'appello contro il pass in università. La tesi che il decreto italiano sia illegittimo perché in contrasto con l'art. 36 del regolamento Ue sulla "non discriminazione dei non vaccinati" è una mistificazione
In una scuola di Torino una collaboratrice scolastica ha pensato bene di presentarsi a lavoro senza Green pass ma con un foglio compliato a mano, sostenendo che fosse il suo “lasciapassare”. Si trattava di un modulo scaricato dal blog Comicost di un certo “Comitato per le libertà costituzionali”, denominato “Free pass”, che viene definito come “sostitutivo della Certificazione verde (Green pass)”. Questo benedetto documento altro non è che un’autocertificazione in cui il sottoscrittore afferma di essere se stesso e di “godere dei medesimi diritti civili di chi è munito di certificazione verde prevista dalla normativa vigente”. Questa esenzione autoattribuita viene giustificata dal fatto che “il Regolamento n. 953/2021 – n.36 – del Parlamento Europeo vieta la discriminazione fra coloro che hanno ricevuto una o più dosi di ‘vaccino’” e pertanto chi ha scelto di non volersi vaccinare si ritiene esente. Naturalmente l’esenzione autocertificata non si è dimostrata efficace: la bidella è stata rimandata a casa. Ma essendo sicura delle sue ragioni, ha denunciato in procura la scuola per averle vietato l’ingresso.
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