cattivi scienziati
Buone notizie su Sputnik, lontano dalla cattiva propaganda
Uno studio che fornisce, finalmente, informazioni non solo positive, ma anche credibili sul vaccino russo: si hanno davanti tutti i dati, e non vi sono inconsistenze gravi come finora accaduto per le pubblicazioni orientate dalla politica
Che fine ha fatto il vaccino Sputnik? È ora di aggiornare i lettori con qualche nuovo dato. Innanzitutto, una buona notizia: in uno studio osservazionale caso-controllo condotto a San Pietroburgo da un gruppo di ricercatori indipendente dai creatori del vaccino, la sua efficacia contro l’ospedalizzazione su 13,893 soggetti, di cui 1,291 completamente vaccinati e 495 ospedalizzati, è risultata pari all’81 per cento, e comunque compresa, con probabilità del 95 per cento, tra il 68 per cento e l’88. Bisogna osservare in aggiunta che il dato di protezione dall’ospedalizzazione è stato ottenuto nel periodo di luglio-agosto 2021, in piena ondata dovuta alla variante Delta; il che aumenta il valore di quanto osservato. I ricercatori non hanno misurato la protezione contro l’infezione da Sars-CoV-2 o forme lievi di malattia, ma i loro calcoli, basati sul numero di vaccinati a San Pietroburgo, offrono una stima indiretta dell’efficacia contro la malattia sintomatica di circa il 50 per cento.
Questo studio provvede, finalmente, notizie non solo buone, ma anche credibili sul vaccino Sputnik, perché nonostante sia stato pubblicato ancora solo come preprint, abbiamo davanti tutti i dati, e non vi sono inconsistenze gravi come finora accaduto per le affrettate pubblicazioni dell’Istituto Gamaleya. Quando le cose si fanno per bene, e non nella fretta di soddisfare politica e finanza, si ottengono risultati degni del nome di ricerca scientifica; ed è davvero un peccato che non vi si sia potuti arrivare prima, a causa della forsennata propaganda che si è deciso di fare, ma soprattutto della scarsa trasparenza e dell’indisponibilità dei dati alla base delle pubblicazioni viste su Lancet nei mesi passati.
Naturalmente, restano i problemi di produzione e distribuzione del vaccino, che un buono studio scientifico indipendente non può certo risolvere: il Russian Direct Investment Fund non è riuscito a consegnare nei tempi necessari le dosi promesse in paesi come le Filippine e l’Argentina, ove le prime dosi erano già arrivate (ricordiamo che la seconda dose di Sputnik è basata su un adenovirus diverso dalla prima, ragion per cui le prime dosi non possono essere utilizzate per completare il ciclo vaccinale).
Non solo; il produttore e i ricercatori che hanno dato origine al vaccino continuano a non fornire i dati richiesti per la sua approvazione, né all’Oms né all’Ema. L’opacità, cioè, continua, probabilmente a mascherare difficoltà nella produzione e nel controllo qualità. Così, Marco Cavaleri ha dovuto dichiarare per Ema che la rolling review non può andare avanti, a causa della mancata fornitura dei dati richiesti; e Oleg Benes, per l’Oms, ha detto similmente che si attende ancora la sottomissione della documentazione richiesta in maniera completa.
Il tipo di problemi e inconsistenze rilevabili nella documentazione fornita alle agenzie regolatorie può essere illustrato grazie a un'analisi pubblicata dal Moscow Times, che si è avvalso della collaborazione di alcuni dei ricercatori con cui io stesso ho avuto a che fare in passato per l’analisi delle inconsistenze di quanto pubblicato su Sputnik. In questo report di gennaio 2021, etichettato come confidenziale, si nota ancora una volta lo stesso tipo di inconsistenze cui siamo abituati quando si tratta dei dati sulla sperimentazione clinica di Sputnik. Solo per nominare la più grossolana delle stranezze, nel report si descrive l’arruolamento di 33.760 volontari entro il 15 gennaio 2021; questo nonostante il produttore avesse dichiarato il termine dell’arruolamento al 24 Novembre 2020, per un totale di 22.000 volontari.
Questi continui cambi di numeri, senza nessuna spiegazione e operati surrettiziamente, sono esattamente quelli che distruggono la credibilità della ricerca condotta dal Gamaleya e da Rdif; ben vengano quindi gli ultimi dati da San Pietroburgo, prodotti in modo indipendente e senza discrepanze di livello tale da minare la fiducia. Se non altro, la buona idea che ha portato allo sviluppo di un vaccino eterologo sarà salvata dalla propaganda e dalla cattiva scienza che sin qui l’ha affondata.