L'antivirale molnupiravir ha dato risultati incoraggianti nella cura del Covid-19
Dimezzato il rischio di ricovero e morte nei pazienti con forma lieve o moderata. L'azienda Merck ha stipulato un accordo con il governo americano per produrre 1,7 milioni di dosi dopo il via libera regolatorio
L'azienda farmaceutica americana Merck chiederà nel più breve tempo possibile un’autorizzazione di emergenza alla Fda (l'autorità del farmaco degli Stati Uniti) e poi alle altre agenzie regolatorie a livello mondiale per il molnupiravir, un antivirale contro Sars-Cov-2. Negli studi clinici condotti fino a ora, il farmaco ha mostrato di ridurre di circa il 50 per cento il rischio di ricovero e di morte nei pazienti con Covid-19 in forma lieve o moderata. Il risultato è stato annunciato in un comunicato dalle aziende Merck (nota come Msd al di fuori degli Stati Uniti) e Ridgeback Biotherapeutics, che hanno comunicato i risultati dell'interim analysis della fase III del trial Move-Out.
Molnupiravir è una pillola da somministrare per via orale, con due assunzioni al giorno per cinque giorni, che impedisce al virus di replicarsi. Se approvato, potrebbe essere il primo farmaco antivirale per il trattamento di Covid-19. I risultati dell'analisi pianificata hanno valutato i dati di 775 pazienti inizialmente coinvolti nel trial di fase III entro il 5 agosto 2021. In base ai dati, il 7,3 per cento dei pazienti che hanno ricevuto molnupiravir sono stati ospedalizzati o sono deceduti entro il 29esimo giorno dal momento della randomizzazione (28/385), a fronte di un 14,1 per cento per i pazienti trattati con placebo (53/377). Inoltre, fino al 29esimo giorno di somministrazione, nessun decesso è stato riportato nei pazienti che hanno ricevuto la somministrazione di molnupiravir, a fronte di 8 pazienti deceduti trattati con placebo. Un minor numero di soggetti ha interrotto la terapia in studio a causa di un evento avverso nel gruppo molnupiravir (1,3 per cento) rispetto al gruppo placebo (3,4 per cento). In base a questi risultati positivi, il reclutamento dei pazienti è stato interrotto in anticipo, seguendo la raccomandazione di un Comitato indipendente di monitoraggio dei dati e in consultazione con la Fda statunitense.
L'efficacia non sembra dipendere dalla data di comparsa dei sintomi o dai fattori di rischio sottostanti. Inoltre, sulla base dei dati relativi al sequenziamento virale dei partecipanti arruolati (si conoscevano i dati di circa il 40 per cento del totale), il farmaco ha dimostrato un'importate efficacia nelle varianti virali gamma, delta e mu. "Terapie antivirali che possono essere assunte a domicilio senza una ospedalizzazione del paziente rappresentano oggi un'opzione terapeutica fondamentale", ha dichiarato Wendy Holman, ceo di Ridgeback Biotherapeutics.
Adesso la Fda dovrà analizzare il resto della documentazione e, se lo riterrà, fornire un’autorizzazione di emergenza. Intanto, per garantire l'accesso al trattamento, Merck ha già iniziato la produzione di molnupiravir e intende produrre 10 milioni di dosi entro la fine del 2021 e un numero maggiore nel 2022. L'azienda ha stipulato un accordo con il governo americano per circa 1,7 milioni di dosi dopo il via libera regolatorio.