il foglio salute
Vaccino anti Covid e influenza insieme
Dal ministero della Salute via libera alla somministrazione congiunta per i fragili
Il termine resilienza, riscoperto durante questa fase pandemica, sembrerebbe ben calzare la comunità scientifica italiana durante questo inizio di autunno. Rispetto alle difficoltà e incertezze riscontrate nel precedente anno, ora, anche grazie ad una maggiore conoscenza del virus, la risposta data dalla comunità scientifica è di carattere maggiormente proattivo e predittivo. L’esempio chiave è rappresentato dal vaccino antinfluenzale, ricercatissimo nell’autunno 2020, ma difficilmente reperibile. Non si conosceva la possibile risultante dell’interessamento tra Covid e influenza, venuto meno grazie alle mascherine e al lockdown, ma soprattutto si attendeva con ancora più ansia il primo vaccino anti Covid, il Comirnaty (Pfizer), e i suoi possibili effetti. Ora che i dubbi vaccinali si stanno dissipando, nella giornata di lunedì si contano 42,7 milioni di italiani ad avere completato il ciclo vaccinale, è necessario prevenire nuove possibili ondate.
In merito a questa situazione, il ministero della Salute ha dato il via libera per la vaccinazione congiunta, vale a dire antinfluenzale e anti Covid, nei soggetti fragili. L’autorizzazione, arrivata rispettivamente da Ema e Aifa, segue l’esempio statunitense, dove già si stanno svolgendo le vaccinazioni simultanee a seguito delle linee guida conferite dalla Cdc. Come nel caso americano, le vaccinazioni si susseguiranno immediatamente, senza spazi di tempo tra un’inoculazione e l’altra. Lazio e Campania sono le prime regioni pronte a partire all’inizio della prossima settimana. Secondo la Federazione italiana medici di medicina generale, le prossime regioni ad avere le forniture necessarie per la prevenzione, iniziando a metà ottobre, sono Basilicata, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Umbria e Valle d’Aosta. Per Calabria, Emilia Romagna, Marche e Sicilia bisognerà attendere la terza settimana di ottobre, mentre si partirà solo a novembre in Toscana. Le regioni italiane al momento hanno ordinato un totale di 19 milioni di dosi antinfluenzali, superando il record fissato durante lo scorso anno. Considerando la mole di vaccini descritta, si prevede un’azione sinergica di snellimento con la collaborazione tra aziende ospedaliere, medici di medicina generale e farmacie. Queste ultime sono state inserite nella campagna antinfluenzale grazie all’emendamento del Decreto Legge 105, avvenuto a Luglio 2021. Secondo questa disposizione legislativa, i farmacisti potranno avviare la campagna a partire da novembre 2021, mentre a livello ospedaliero, il Ministero della Salute raccomanda che la campagna sia pronta già a partire da inizio ottobre.
Questa risposta mira a evitare la possibilità di una doppia epidemia, twindemia, nella fase autunnale e invernale. A testimonianza di ciò, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, si prevedono tra i 4 e i 6 milioni di casi di influenza, che possono risultare un fattore di maggiore rischio per i soggetti fragili. Gli over 80 saranno i primi a ricevere la dose antinfluenzale e il booster anti Covid. La circolare diramata dal ministero individua poi, tra le categorie primarie, gli over 60 che devono ancora completare il proprio ciclo vaccinale e coloro afflitti da patologie che aumentano il fattore di rischio. La categoria over 60 sarà privilegiata anche tra il personale sanitario, che sarà la prima a ricevere la simultanea. Come sottolineato però da Gianni Rezza, Direttore Generale per la prevenzione del ministero della Salute, non vi sarà obbligo di dose booster per gli operatori sanitari, ma sarà messa a disposizione a prescindere.
Per le categorie non fragili e sotto i 60 anni, la vaccinazione antinfluenzale rimane consigliata dove possibile, soprattutto a livello di forniture. Rimane invece ancora da capire, a livello internazionale, se i non fragili avranno bisogno di una terza dose nel futuro prossimo. Mentre la ricerca predittiva continua, si allontana, almeno per il momento, l’ipotesi di un vaccino paninfluenzale, toccata negli scorsi mesi con Novavax. Il vaccino statunitense ha iniziato ai primi di settembre la sperimentazione “early stage” di questa soluzione combinata. Allo stesso tempo, la farmaceutica statunitense ha presentato il proprio vaccino da Covid, basato su proteine ricombinate, il primo nel suo genere. Questa particolarità sembra essere particolarmente efficace contro le varianti, registrata al 90 per cento, ma essendo di natura diversa rispetto agli analoghi esistenti, adenovirale e Rna messaggero, bisognerà capire quanto questo sia spendibile con le già esistenti vaccinazioni presenti, si pensi al caso delle eterologhe e al suddetto caso influenzale. Le premesse rimangono buone, in attesa del via libera da parte dell’Ema, la Commissione Europea ha già siglato un accordo commerciale con l’azienda americana.