il foglio salute
Dal Covid alla ricerca, fino all'alfabetizzazione digitale
Se ne parlerà alla nona edizione di Maker Faire, a Roma. Intervista a Lorenzo Tagliavanti (Camera di commercio)
Quanto l’emergenza pandemica abbia contribuito all’impulso dell’alfabetizzazione digitale e all’accelerazione della ricerca in ambito sanitario ci è noto e ad approfondire, fra gli altri, anche questo aspetto sarà proprio la nona edizione di Maker Faire 2021, in programma dall’8 al 10 ottobre negli spazi del Gazometro di Roma. Una versione ibrida quest’anno, che comprende la dimensione dal vivo supportata e ampliata da quella digitale con un fitto palinsesto di interventi e la presenza di stand e spazi espositivi nei quali sarà possibile confrontarsi con le ultime frontiere dell’agritech e del foodtech, del digital manufacturing e della robotica, del recycling e della mobilità, ma soprattutto dell’intelligenza artificiale e della salute. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, istituzione che – tramite la sua azienda speciale Innova Camera – promuove e organizza la manifestazione più importante d’Europa dedicata all’innovazione e alla creatività.
Maker Faire nel cuore industriale della capitale, al Gazometro, nel quartiere Ostiense. Quali i motivi alla base di questa scelta?
Il Gazometro è uno spazio vibrante e sorprendente: un simbolo concettuale, oltre che visivo, della volontà di innovare, trasformare, crescere. Il luogo perfetto per accogliere l’edizione 2021 di Maker Faire Rome. L’area del Gazometro occupa una superficie di oltre 12 ettari dove l’Eni, nostro main partner, sta procedendo al costante recupero delle aree industriali e alle opere di bonifica. Un’area che si candida a trasformarsi in un ecosistema aperto dedicato ai nuovi modelli di business non emissivi e allo sviluppo di filiere imprenditoriali. Dai primi del Novecento, Ostiense significa avanguardia, crescita, sviluppo per la città. Il Gazometro Ostiense è una testimonianza di quella vocazione: landmark, iconico e punto di interesse storico, visuale e paesaggistico, sta vivendo una trasformazione potente e noi vogliamo esserci.
Veniamo a questa edizione. Quali sono i punti di forza di Maker Faire 2021?
Sicuramente il connubio tra i nuovi temi e quelli tradizionali, sempre con lo sguardo rivolto a scenari innovativi, a partire dall’impiego dell’intelligenza artificiale che quest’anno sarà pervasiva, perché applicata a progetti legati alla sicurezza sul lavoro, alla medicina e alla robotica, ma anche alla musica e all’arte.
I makers, come tutti noi, hanno attraversato un lungo periodo di isolamento a causa della pandemia. Ma è proprio nei momenti difficili che esplode la creatività. Quali sono gli esempi più interessanti, magari legati alla lotta al Covid?
Fra i panel si parlerà di come il digitale e le nuove esigenze nate nel corso della pandemia stiano modificano i bisogni e i processi di acquisto e di consumo. Moltissimi saranno i progetti dedicati alla lotta contro il Covid-19, dall’ideazione di speciali mascherine filtranti per limitare la trasmissione del contagio completamente ecosostenibili a dispositivi adibiti alla sanificazione rapida per veicoli con alta rotazione di conducenti e/o passeggeri; da una piattaforma per screening e diagnosi precoci della malattia in maniera semplice, rapida e scalabile tramite l’analisi di registrazioni vocali alla realizzazione di un sistema IoT che rileva la concentrazione dei contaminanti presenti negli ambienti scolastici.
Da sempre la robotica è il cavallo di battaglia di Maker Faire e i progetti dei makers avvicinano sempre di più il robot alle esigenze umane, specialmente quando si tratta di assistenza ospedaliera e domestica. Cosa troveremo?
Una delle rivoluzioni di questa edizione si origina dall’esigenza di sviluppare un concetto innovativo, principale oggetto di studio degli ultimi anni: la urban air mobility. Una nuova tipologia di trasporto che ha come funzione quella di migliorare la qualità della nostra vita facendo operazioni che prima dovevano compiersi su gomma mentre oggi sono operabili in ambito aeronautico, dal trasporto di beni di prima necessità, a quello di sacche di sangue e materiali ospedalieri in condizioni di emergenza fino a quello di persone nelle aree urbane.
Collaborazione con importanti istituti di ricerca e col mondo universitario e delle imprese. Spesso da Maker Faire nascono idee dalla grande utilità collettiva. Quanto è importante il ruolo di simili appuntamenti come volano di crescita per l’economia digitale?
Tutti i gruppi di punta della ricerca in Robotica italiana saranno rappresentati, sia provenienti dalle Università – come i Politecnici di Milano, Torino e Bari, le Università di Bologna, Roma, Napoli, Pisa – che dai Centri di ricerca di eccellenza, Iit e Cnr in primo luogo. E questo anche grazie alle collaborazioni sempre più solide con l’Istituto di Robotica e Macchine intelligenti (I-Rim) e il Laboratorio nazionale di Intelligenza Artificiale del Cini (Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica). Ma Maker Faire è anche un punto di incontro e dialettica tra ricerca e industria, dove confrontarsi su temi importanti come l’elaborazione delle iniziative tecnologiche a supporto del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, e di programmi legati al rilancio della nostra economia, che non può non passare dalla sperimentazione, dalla robotica e dalle macchine intelligenti.
Anche in questa edizione si conferma MAKEtoCARE, l’iniziativa che sostiene i progetti nati dall’ingegno dei makers per offrire una migliore qualità di vita ai pazienti nel presente e nel futuro. Di cosa si tratta?
Make to Care è il contest di Sanofi nato dalla collaborazione con Maker Faire Rome – The European Edition per promuovere tutte le forme di innovazione che sono in grado di rispondere alle esigenze quotidiane di chi vive con una disabilità, dei loro familiari e dei loro caregiver. E lo fa valorizzando idee uniche e non convenzionali, che favoriscono una migliore qualità di vita o una maggiore inclusione di chi vive una simile condizione. Spesso tali invenzioni provengono proprio da “pazienti-innovatori” che, grazie alla personale esperienza, sono capaci di orientare la ricerca verso soluzioni dirompenti e concrete. Giunto alla sua sesta edizione, quest’anno il concorso ha selezionato 11 idee tra quelle candidate tramite la call-for-makers e i primi due progetti selezionati dalla giuria parteciperanno a un percorso formativo in Israele, la start-up Nation del Mediterraneo.